Rueda paga tutto: colpe sue e non

scritto da Riccardo Vassalli

Sarà un Natale completamente diverso da quello programmato, quello di Martin Rueda. Sotto l’albero, l’ormai ex allenatore del Wil si aspettava forse un rinforzo dal mercato invernale, giusto per gettare le basi per la prossima stagione. Si aspettava di programmare, mica di essere esonerato nonostante gli ultimi risultati precari. Eppure, con lo Zurigo a fare da guastafeste nella corrente stagione, era forse l’unico discorso intelligente da intavolare, quello di iniziare a programmare la prossima stagione. La corsa allo Zurigo di Forte non è roba per Aarau, Wil e nemmeno il piacevole Neuchatel, non lo è mai stata. Lo Zurigo sì che fa un campionato a parte. Le ambizioni di Wil e Aarau sono state dunque frenate, bloccate, ridimensionate dallo strapotere tigurino. Un’annata storta cominciata nel momento della  retrocessione dello Zurigo in Challenge League. Giusto provarci, ma alla lunga ( e lo Zurigo ha forse già bruciato le tappe) la differenza è abissale. E allora servono sicurezze, punti di riferimento, pazienza e posticipare progetti di qualche mese.

All’ombra della IGP Arena più di una problematica si presenta a cadenza regolare, mascherata il più delle volte del ricco conto della proprietà bianconera. Problemi di natura tecnica, societaria, mancanza di organizzazione e di pazienza. I soldi non sono tutto e l’esempio del Wil capita a fagiolo. I soldi possono comprare la qualità, ma la devi saper usare. I soldi possono sostenere ingaggi da capogiro, ma se non sai amalgamare tutti gli elementi a disposizione forse a poco. Chiedere a Rueda per conferma, qualora ce ne fosse il bisogno. Prima di lui, molti altri. Paga e pagherà sempre l’allenatore: è una delle regole non scritte nel mondo del calcio. Giusto, o sbagliato che sia è così. Per un allenatore i risultati sono imprescindibili. E quando vengono a mancare, si tende a mandare all’aria lavori di mesi/anni a dipendenza dei casi. Rueda ha lasciato Wohlen per accasarsi a Wil a campionato iniziato, una scelta dettata dalla maggior qualità a disposizione, un ruolo da protagonista, una carriera in prospettiva, un salario migliore e una vulcanica società da accontentare.

Il ruolino di marcia è stato recentemente inferiore alle aspettative per il Wil. Ecco il capo d’accusa a Rueda che ha portato il Wil fino al terzo posto dopo una fase iniziale disastrosa. Non tutto, però, era perduto. Il podio è ancora tra le unghie dei bianconeri e un girone di ritorno ancora da disputare poteva ( e può tuttora) rivelarsi utile per accorciare il divario pesante( 10 punti dallo Xamax) dal secondo posto. Una tra Wil e Aarau è destinata a rimanere ai piedi del podio in questa stagione. Delusione, ma non troppa per giungere a drastiche decisioni. Una società organizzata con obiettivi importanti dovrebbe aver già cominciato a gettare le basi per il prossimo campionato con uno Zurigo in meno e qualche sicurezza in più. Rueda paga i suoi errori perché non è esente da colpe, Rueda paga gli errori di una dirigenza disorganizzata e impaziente. Rueda è l’ennesimo esempio che non sempre nel calcio viene data la giusta riconoscenza.

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