Peter Gilliéron si pronuncia sul “caso” FC Sion

scritto da Davide Perego

Da lunedì 19 settembre, Peter Gilliéron, presidente dell’ASF, sta presenziando al congresso dell’ UEFA a Cipro. Anche il «caso Sion» è un tema all’ordine del giorno dei lavori. Gilliéron ha commentato sul sito della ASF gli ultimi sviluppi del caso con un chiarezza senza precedenti.

Peter Gilliéron: può concedersi una breve pausa della riunione dell’UEFA di Cipro per parlare del «caso Sion», l’attuale argomento fisso?

Gilliéron: il cosiddetto «caso Sion» è assolutamente un argomento che interessa la riunione di Cipro. Ne ho parlato con numerosi rappresentanti delle associazioni dei membri UEFA nonché con la stessa direzione dell’UEFA.

L’ASF e rispettivamente il calcio svizzero hanno subito un danno alla propria immagine?

Gilliéron: voglio innanzitutto puntualizzare in tutta franchezza che né la UEFA né l’ASF hanno messo in moto questo caso, i responsabili sono l’FC Sion e il suo presidente che ha assunto a contratto un giocatore malgrado fosse legato ad un’altra società con un contratto di tre anni in corso. E che in seguito non ha rispettato correttamente il divieto di trasferimento imposto dalla FIFA. Suscita stupore il fatto che contrariamente alle dichiarazioni esplicitamente rilasciate e sottoscritte ci si appelli sempre al tribunale civile e non si rispettino le sentenze degli organi di giustizia sportiva competenti. Ma purtroppo si tratta di quello che è successo, e certo, la nostra immagine è stata danneggiata. Sento tante persone meravigliarsi che avvenimenti del genere accadano proprio in Svizzera.

Anche il comportamento dell’ASF e della Swiss Football League è argomento di discussione a Cipro?

Gilliéron: marginalmente sì, ma viene ammesso anche che per noi è difficile affrontare una situazione in cui si chiamano in causa i tribunali ordinari e la giurisdizione civile emette delle sentenze in disaccordo con quelle pronunciate dalla UEFA, che comunque vanno rispettate e osservate nello Stato di diritto svizzero. Ma ho anche sentito che noi in Svizzera crediamo fin troppo ciecamente nell’autorità.

Con sincerità: cosa pensa della sentenza UEFA d’interdizione del Sion dalle partite?

Gilliéron: per me i provvedimenti dell’UEFA sono corretti. Siccome in Svizzera hanno sede sia la FIFA che il Comitato Olimpico Internazionale, se si scardinano i regolamenti, ricorrendo al tribunale civile, si mette a rischio non solo il calcio ma anche lo sport. Non è possibile che queste regole federali non vengano rispettate e si ottenga un’autorizzazione di giocatori in un tribunale civile. Inoltre la UEFA deve tener conto degli interessi di tutte le sue 53 associazioni e dei rispettivi club.

È stato un errore che l’ASF abbia qualificato per il Sion i sei giocatori non tesserati in questa stagione?

Gilliéron: non li abbiamo qualificati noi, ma un tribunale a Martigny. Noi abbiamo rispettato questa istanza, senza però comprenderla. La UEFA non può assolutamente permettere che la qualificazione di giocatori si ottenga in questo modo. Ciò porterebbe confusione nel calcio europeo. Si pensi a cosa succederebbe se accadesse qualcosa di simile anche nelle altre 52 associazioni dell’UEFA.

L’ASF ha aperto la strada ad una seconda sentenza Bosman?

Gilliéron: fare un paragone con il caso Bosman non è plausibile. In questo caso non si tratta della libertà personale di un giocatore di calcio, entra in gioco la possibilità o meno che i sei giocatori possano sostenere le partite di una competizione per il proprio club.

Ma non è diritto di tutti difendersi con impegno per il proprio club?

Gilliéron: Constantin non si è mai avvalso di questo diritto. La giustizia sportiva si occupa intensamente dei suoi ricorsi. L’appellarsi ripetutamente al tribunale civile o la lettera al Consiglio federale, deve procedere contro la UEFA e la FIFA, danneggiare lo sport e la sede svizzera. Ora, da parte mia mi chiedo, «in tutta coscienza»: la posizione sportiva svizzera deve essere messa a rischio per colpa di un trasferimento illecito da parte dell’FC Sion, ed ora il suo presidente si ribella anziché accettare e rispettare completamente la punizione che gli è stata inflitta?

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