La festa in Italia per l’uscita di Messi

scritto da Davide Perego

108423C’è gente che si accontenta di poco. Quel poco non lo tiene per se – ci mancherebbe – ma è quello che serve per seminare odio e stupidità tra coloro (sono la stragrande maggioranza) che con il titolo di un giornale dispensano scienza di calcio. Quel titolo “MESSI A CASA !” lo attendono regolarmente e lo sognano per giorno e notte. E’ il modo migliore per fare festa sui propri irreversibili tumori, diagnosticati dalle competizioni europee. Nel grande calcio europeo non c’è posto per l’Italia e questo, in fondo, induce i giornalisti dell’era moderna a comportarsi come facevano da ragazzini quando fuori dalla scuola ci si rubavano le figurine o le merendine. Una frustrazione da qualche centinaia di migliaia di tirature. A volte da un milione. Un invidia che mista ad incompetenza rende deboli gli sportivi che “sportivi” non sono. Il ragazzo, è il talento unico ed inimitabile che questo sport ha prodotto nei secoli dei secoli e la stampa italiana, così come il pubblico che solo nello stivale è così generoso di fischi nei suoi confronti, è l’unica ad odiarlo, a sbeffeggiarlo, ad incorniciarlo nei suoi rari scatti di sconfitta. Ci si accontenta veramente di poco. Non c’è verso che la cultura del popopopo possa generare punti di vista differenti: sarebbero isolati. Avanti il prossimo – come cantava Cocciante – gli lascio il mio posto che non potrà mai essere quello di chi “A CASA” ci è già andato da un bel pezzo.

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