MISTER X – Capitolo 47, Francesco Fornera “Poncini, Siegrist, Frigomosca, Rota, Fanaro e tanti altri: giocatori e uomini fantastici”

scritto da Roberto Colombo
Francesco Fornera, allenatore del Verscio (Terza lega)

L’allenatore del Verscio: «Ero uno alla Salvatore Bagni, calzettoni abbassati e tanto cuore, soprattutto in difesa dei miei compagni. Indimenticabile: la promozione in serie A con il Locarno, il Lugano di Duvillard, la promozione in Seconda Inter con il Maggia del mitico Schoenwetter e il mio primo anno da tecnico del Vallemaggia»

VERSCIO – Con la nostra serie di mini interviste MISTER X vi accompagneremo alla scoperta degli allenatori (e non solo) del calcio regionale, tratteggiandone un ritratto più intimo attraverso le loro stesse parole. Buona lettura, se vi va. Capitolo 47: Francesco Fornera allenatore del Verscio (Terza lega, gruppo 2).

Mister raccontaci, che giocatore eri e il tuo ricordo più bello? «Giocavo in difesa, prima esterno sinistro (basso) e poi il classico centrale vecchio stile. Ero un giocatore di quantità, calzettoni abbassati alla Salvatore Bagni e via giocare senza troppi fronzoli. Ero uno che portava le borracce e che faceva legna; un giocatore al servizio della squadra; un giocatore sul quale i miei compagni potevano sempre contare (ad occhi chiusi), non solo perché spesso sono stato il loro capitano, ma anche perché in ogni squadra in cui ho avuto l’onore di giocare li ho sempre difesi a spada tratta. Loro dicevano che era meglio avermi come compagno, piuttosto che essere un avversario (risata). Il mio ricordo più bello è sicuramente la promozione dalla allora serie B alla serie A con il Locarno. Ma fu bellissima anche la parentesi vissuta al Lugano con l’allora allenatore Marc Duvillard. Un altro momento indimenticabile è poi stato il campionato di Seconda lega vinto con il Maggia guidato in panchina da uno dei più grandi allenatori di sempre: Paul Schoenwetter, persona fantastica, unica, inimitabile. E poi ancora ricorderò sempre la mia prima stagione da allenatore del Vallemaggia: quell’anno eravamo partiti con l’obiettivo di salvarci e l’idea di inserire giovani, ma alla fine finimmo il campionato al secondo posto dietro al Losone che era uno squadrone, allenato da un altro grande del calcio ticinese, Livio Bordoli».

Il tuo rituale scaramantico (da allenatore)? «Sì certo che ho un gesto scaramantico, come credo tanti altri miei colleghi, ma preferisco non svelarlo (risata)».

Squadra bestia nera (da allenatore)? «La mia bestia nera è un signore del calcio ticinese, Arno Rossini, con il quale non ho mai avuto fortuna. Le sue squadre erano per me troppo forti, preparate e professionali, proprio come il loro tecnico».

Sarebbe bello allenare di nuovo… «Fare il nome di un solo giocatore sarebbe riduttivo. E allora vado a ruota libera e dico in ordine sparso: Michele Boy Poncini (oggi mio collaboratore di staff al Verscio), Igor Siegrist, Stefano Pierantoni, Alessandro Agostino, Romeo Pelosi, Remy Frigomosca, Ivano Sorrentino, Daniele Niada, Mattia Acquadro, Davide Buono, Kevin Barra, Kevin Baccalà, Robin Ramoni, Manu Rivera, Dario Rota, Stefan Novarina, Beppe Riccio, Tonino Criscimanni, Miguel Perez, Mirco Di Zio, Fabrizio Fanaro, Stefano Saredi, Simone Bergonzoli, Paolino Bruno, e tanti (ma tanti) altri. Sono certo di aver dimenticato qualcuno, e mi scuso con loro. Tutte persone che mi hanno dato tanto, ma alle quali credo di aver lasciato qualcosa anch’io. Tutti grandissimi giocatori e persone fantastiche, umili e professionali, oltre che molto rispettose del ruolo».

Forse non sarà VERSCIO a vita, ma… «…ma spero di poterlo allenare almeno sino a quando non raggiungeremo insieme la promozione in Seconda lega: questa società la meriterebbe e lo meriterebbero anche i giocatori».

To be continued…

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