MISTER X – Capitolo 14, Patrick Donghi “Benny Guerra un grande. Il Maggia targato 1991/92 era speciale”

scritto da Roberto Colombo
Patrick Donghi, allenatore del Minusio (Seconda lega)

L’allenatore del Minusio: «Nel 1992 con il Maggia eravamo talmente uniti che ancora oggi abbiamo una chat sul telefono. Non sono scaramantico, ma alle mie figlie faccio tenere i pugni chiusi per tutta la partita (risata). I ragazzi del mio Minusio meritato molto di più della classifica attuale»

MINUSIO – Con la nostra nuova serie di mini interviste MISTER X vi accompagneremo alla scoperta degli allenatori (e non solo) del calcio regionale, tratteggiandone un ritratto più intimo attraverso le loro stesse parole. Buona lettura, se vi va. Capitolo 14: Patrick Donghi allenatore del Minusio (Seconda lega).

Mister raccontaci, che giocatore eri e il tuo ricordo più bello? «Ero un portiere mediocre, cresciuto negli allievi del Locarno sotto la guida di Romano Meschieri, allenatore di grande esperienza ed ex portiere del Locarno stesso. Dopo le giovanili mi trasferii al Maggia che allora (come oggi) giocava in Seconda lega: ero il secondo dell’amico Paolo Mazzoleni. In quegli anni eravamo allenati da Paul Schönwetter, coadiuvato dal grande Guido Cheda (preparatore di noi portieri). Quelli al Maggia furono i miei anni più belli nel calcio attivi. Eravamo un gran bel gruppo di amici, e una squadra molto forte: nella stagione 1991/92 il nostro Maggia vinse per la prima volta nella sua storia il campionato di Seconda lega e partecipammo alle finali per salire in Prima lega, ma poi a essere promosso fu il Vaduz (l’altra squadra che incontrammo alle finali era forse il Schliren, non ricordo bene). Furono anni indimenticabili, eravamo un gruppo talmente forte e affiatato che ancora oggi abbiamo una chat sul telefono (sorriso)».

Il tuo rituale scaramantico (da allenatore)? «Nessun gesto scaramantico. Unica cosa chiedo sempre alle mie figlie di tenere i pugni chiusi durante tutti i 90 minuti della partita (risata)».

Squadra bestia nera (da allenatore)? «Non ho una particolare squadra bestia nera, ma posso dire che ci sono alcuni campi dove è sempre difficile giocare. Il Morbio per esempio ha un bellissimo centro sportivo, ma in casa loro è sempre complicato prendere le misure perché il campo è molto grande. A Cademario invece è il contrario, campo difficile perché piccolo».

Sarebbe bello allenare di nuovo… «Fare dei nomi sarebbe riduttivo perché, avendo lavorato per molti anni nella formazione di tanti giocatori dell’attuale calcio regionale locarnese, ho vissuto tanti ragazzi in tutto il loro iter formativo e quindi sono legato a molti di loro. Sono molto fiero dell’attuale gruppo che sto allenando al Minusio e felice di poter lavorare con loro: sono convinto che i miei ragazzi meritino molto di più dell’attuale posizione che abbiamo oggi in classifica. Forse l’unico giocatore che aggiungerei volentieri alla mia rosa di oggi è il mitico Benito Benny Guerra, che è il responsabile materiale del Monte Carasso: lui è davvero un grande. Infine, se posso, avrei un ultimo desiderio: per completare il nostro ottimo staff attuale, composto da Antonello Treno Flena (co-allenatore), Michele Zucca (preparatore portieri) e Emiliano Spalluto (area medica), sotto la supervisione di Arno Rossini, mi piacerebbe si aggiungesse un mio caro buon vecchio amico come Marco Piccinno, ex Locarno, Bellinzona e Lugano».

Forse non sarà MINUSIO a vita, ma… «…Minusio è la società del paese in cui vivo e quest’anno abbiamo iniziato un percorso nuovo. Il nostro obiettivo è che questa società continui a crescere, e per fare ciò stiamo e dobbiamo lavorare tutti (giocatori, staff e dirigenza) nella stessa direzione con una filosofia chiara e condivisa».

To be continued…

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