FC Lugano, Reto Ziegler si presenta così: «Non sono qui per soldi, ma perché mi è stata data la chance di fare ciò che amo»

scritto da Claudio Paronitti

Arrivato a inizio settimana in riva al Ceresio e annunciato ufficialmente quale nuovo elemento della rosa bianconera nel pomeriggio di ieri, Reto Ziegler è stato presentato in concomitanza con l’anteprima della trasferta di Losanna, alla quale potrà prendere parte, fornita da mister Maurizio Jacobacci

Il 35enne difensore centrale ginevrino, che rimarrà sotto le volte di Cornaredo per i prossimi quattro mesi almeno, ha spiegato nella maniera seguente la decisione di accettare l’offerta del Lugano, così come le motivazioni che lo hanno spinto a rientrare nella Patria natìa dopo tre stagioni trascorse nella soleggiata città texana di Dallas:

«Io amo il calcio. Credo di conoscerlo bene. 35 anni è solo un numero. Vengo da tre anni dopo ho dimostrato il mio livello, con il fuoco dentro di me. Ciò è importante. La Major League Soccer non è forse la destinazione attuale per i giovani calciatori. In futuro, però, cambierà la situazione.

La scelta di Lugano? Ci sono diverse ragioni. Primo su tutti l’amicizia con Marco Padalino e il riconoscimento con mister Maurizio Jacobacci e il Presidente Angelo Renzetti. I bianconeri sono una squadra forte che ha dimostrato in Europa il suo valore.

A livello fisico, io mi sono sempre allenato. Chiaramente, mi manca un po’ la competizione. E questa settimana ho potuto conoscere meglio i miei compagni e sono pronto per dare una mano.

L’arma in più è il gol. E segnarli. Ma, come difensore, penso prima a non subirli. È vero, ho trasformato diversi rigori a Dallas, ma non sono venuto qui per superare gli altri.

Il Lugano è una famiglia, abbiamo voglia di combattere tutti assieme. Lavoriamo e viviamo insieme tutti i momenti.

Io ho avuto la fortuna di vivere in una città che ama il calcio. È stata un’esperienza bellissima. Prima della situazione particolare che si è venuta a creare il nostro stadio era pieno e la sensazione era fantastica.

Prima degli Stati Uniti, la mia ultima squadra è stata il Sion. Il Lucerna mi ha poi permesso di tenermi in forma e, sinceramente, per me è stato difficile rinunciare a un contratto triennale con Dallas. In MLS c’è qualità e intendo seguirla anche da qui.

La Super League? C’è emozione per il mio rientro. A livello personale, sono felice di tornare in Svizzera. Mia figlia ha due anni e mia moglie aspetta una bambina a maggio. Diventando papà, la mia situazione personale è cambiata. Il mio pensiero principale concerne il calcio e io darò il massimo di me stesso per fare in modo che tutto funzioni alla perfezione.

Io non sono venuto qua per i soldi, ma perché amo il calcio e perché mi è stata data l’opportunità di ritrovare la mia Patria. Ultimamente, il 99% delle volte ho giocato da centrale e preferisco un ruolo fisso che uno “all-round”».

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