FC Lugano, Maurizio Jacobacci: «Lavoriamo per farci trovare pronti il 20 giugno»; Mijat Marić: «Ci vorrebbero più certezze»

scritto da Claudio Paronitti

Archiviata la prima seduta di allenamento «post-pausa», svolta a due mesi e mezzo di distanza dall’ultima occasione (correva l’11 marzo) e della durata di un centinaio di minuti, il Football Club Lugano ha messo a disposizione dei media Maurizio Jacobacci e Mijat Marić. Ecco le loro considerazioni negli incontri che hanno avuto luogo nel corridoio al primo piano della Tribuna Monte Brè

Maurizio Jacobacci (allenatore): «Ritrovare il campo e rivedere il campo è una bella emozione che ci permette di lavorare bene. Abbiamo svolto una seduta interessante anche se è ovvio che dobbiamo ritrovare le migliori sensazioni. Dobbiamo sfruttare al massimo questo periodo.

Noi siamo gli addetti ai lavori e siamo a disposizione della società. Dobbiamo avere la mentalità di ripartire con il campionato. Poi, dovremo attendere venerdì la decisione che verrà presa dall’assemblea.

La forma dei giocatori non è sicuramente come quella di gennaio. I test e la temperatura sono diversi. Ci sono dei fattori particolari. Abbiamo perso qualcosa e sappiamo che dobbiamo fare degli sforzi per recuperare la condizione ottimale.

Personalmente, non ho paura e non  e ho mai avuta. Mi sono attenuto a ciò che ci ha detto il Consiglio Federale. È un peccato per il giocatore positivo, ma questo è un qualcosa che non si può prevedere. Mi auguro che altre società eseguano test di controllo sui loro giocatori.

Ciò che cerco di fare è rimanere il più normale possibile. Noi dello staff abbiamo più possibilità di mantenere le distanze, mentre i contatti tra i ragazzi nella partitella è inevitabile. Non poter “dare delle carezze” ai ragazzi è un peccato.

Il 20 giugno non saremo pronti come vorremmo. Recuperare i due mesi di sosta in sole quattro settimane non è possibile. A partire dalla terza settimana aumenteremo il ritmo, ma è già dalla prossima che dovremo fare attenzione. Gli ultimi giorni lavoreremo invece sull’esplosività. I cinque cambi a partita ci aiuteranno senza ombra di dubbio.

Io in primis devo accettare le decisioni e svolgere la mia professione in modo positivo. Nel girone di ritorno abbiamo guadagnato un buon bottino (cinque punti in cinque partite). I piani erano quelli giusti per proseguire il campionato. Ora, dobbiamo fare una nuova preparazione, che non sarà mai uguale a quella invernale. E poi, gli incontri così ravvicinati saranno tosti e risulteranno in un altro campionato. Dobbiamo cercare di fare più punti all’inizio, per essere più “tranquilli” in seguito».

Mijat Marić (difensore): «Per essere la prima seduta è andata bene. È però una situazione strana, non è evidente tornare dopo due mesi e mezzo senza calcio. Questa mattina ero un po’ nervoso.

Per ora, prevale il piacere di essere tornati in campo. Non avendo un vero obiettivo, non sapendo se e quando, non è semplice. Cerchiamo di adattarci il più possibile.

La Germania, uno dei Paesi più organizzati al mondo, ha avuto la possibilità di ripartire e per noi è un bene. Le incertezze sono soprattutto dovute al fatto se si ripartirà oppure no. Poi, magari alla fine va tutto bene.

Noi giocatori siamo “l’ultima ruota del carro”. La nostra opinione non credo valga molto a chi deve prendere le decisioni. Ci sono mille incognite. Noi non possiamo minimamente paragonarci a una nazione come la Germania. Io spero di tornare in campo, ma questa fretta non so se fa bene. Tra di noi c’è un po’ di nervosismo, perché in fondo siamo noi che mettiamo la faccia.

Da luglio si giocherà con il pubblico? Bisogna valutare bene se vale la pena rischiare. Io come calciatore sono di parte e spero di vedere la gente sugli spalti. La riforma? Io sostengo una Super League a 12, forse anche a 14. Dieci squadre sono troppo poche e anche come visibilità internazionale non è il massimo. Fare tutto con l’acqua alla gola io non lo farei. Per ora, però, prevale la voglia di stare assieme. Tuttavia, ci vorrebbero più certezze».

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