Dietro le quinte del Lugano calcio

scritto da Davide Perego

di Omar Ravani
Una posizione di vertice in Challenge League, una qualificazione per i quarti di finale di Coppa sfiorata dopo avere messo alle corde il Grasshopper, un prezioso pareggio ieri, sabato, contro il Winterthur, un buon impianto di gioco e una struttura invidiabile. Il Lugano attuale è una nave che sembra viaggiare spedita, dopo qualche difficoltà iniziale dovuta più alla rosa limitata che a fattori tecnici. Trovata l’amalgama i bianconeri stanno mantenendo un’invidiabile velocità di crociera, a barra dritta verso quello che più di una volta è parso un miraggio:la Super League. E la battuta d’arresto contro le “cavallette”, giunta in maniera rocambolesca a supplementare inoltrato, dice solo che gli uomini di Livio Bordoli possono già da ora tenere testa, in un incontro secco, ad una compagine della massima serie.
“Ma non parliamo ancora di promozione – dice il mister verzaschese -, quello è un discorso che andrà affrontato più in là. Per ora pensiamo a mettere la pulce nell’orecchio alle autorità cittadine, che però mi sembra si stiano già muovendo”. Tra il serio e il faceto, la piccola provocazione ci sta tutta. Nello spogliatoio della prima squadra, sotto la vecchia tribuna di Cornaredo, ci si rende conto che la “location” non è propriamente degna di una compagine dalle legittime ambizioni. Pavimenti in rifacimento, spazi angusti, docce dal sapore retrò e scale molto ripide che portano alla lavanderia, anch’essa demodè. È questo lo scenario in cui il team attualmente più in forma della cadetteria deve muoversi. LEGGI IL RESTO

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