Chiasso, cosa va e cosa non va

scritto da Redazione

DSC_0403Il Chiasso, spacciato alla vigilia, è tornato dal Brugglifeld con un punto che vale oro. Sono tante le note positive e poche quelle negative sul conto dei rossoblù, autori di una prova tutta cuore e grinta che ha permesso di smorzare – perlomeno per questa settimana – le voci negative che attanagliavano l’ambiente. Sicuramente, però, non tutto ora è rosa e fiori. Tanto, soprattutto a livello di mercato, è il lavoro da fare. Analizziamo dunque ciò che ha funzionato e gli aspetti su cui bisogna lavorare in vista dei prossimi impegni.

Cosa va:
La fame: il Chiasso targato Scienza ha mostrato al Bruggliefeld uno spirito battagliero che i tifosi rossoblu non vedevano da tanto (troppo) tempo. Proprio come richiesto dal mister, dalla prestazione dei giocatori rossoblù è emersa nitidamente quella voglia di trasformare in forza positiva lo scetticissimo che aleggiava attorno alla rosa. Il Chiasso ha infatti mostrato di avere le qualità necessarie per poter giocarsela anche contro una delle più quotate pretendenti alla Super League. Insomma, oltre al cuore, i rossoblù ci hanno messo testa e capacità tecnice necessarie per poter stupire, fattori da non sottovalutare in vista di un comunque necessario potenziamento degli elementi a disposizione del tecnico italiano.

Lo spirito di gruppo: imprese come quelle di Aarau sono pressoché impossibili se alla base non è presente un’unità generale d’intenti. Dalla dirigenza – soprattutto dopo l’addio di Cavalleri – alla squadra, tutti sembrano remare nella stessa direzione, con la voglia di mettere presto da parte tutti i problemi emersi in questi mesi. Dimostrazione ne è l’esultanza di tutta la squadra, panchina, staff e tecnico compresi, dopo il gol di Monighetti. Una vera e propria liberazione per chi ha mostrato la massima professionalità in condizioni a tratti imbarazzanti.

Cosa non va:
Rosa incompleta: il Chiasso ha si mostrato il lato migliore di sé, ma è impensabile che questa squadra possa tirare fuori dal cilindro ogni weekend il 110% delle proprie possibilità, soprattutto in un campionato lungo e tortuoso come quello della Challenge League. Ecco dunque che tre-quattro acquisti dal centrocampo in su sono necessari e al più presto.

Il problema del gol: a Chiasso un bomber degno di tale nome manca da troppi anni. Nessuno, negli ultimi 5-7 anni, è stato capace di segnare con regolarità. Miracoli con il materiale a disposizione non se ne possono fare, davanti serve una punta. E chissà che se fosse arrivata prima dell’esordio stagionale, questa squadra sarebbe tornata dal Bruggliefeld con i tre punti in tasca.