RSL, Thun, il n° 1 Markus Lüthi potrebbe cambiare il suo pensiero: «Bisogna però continuare a rispettare tutte le normative»

scritto da Claudio Paronitti

Quando tutto il Paese si trovava nel bel mezzo dell’emergenza sanitaria acuta, il Presidente del Thun, Markus Lüthi, si era espresso su una conclusione anticipata della stagione. Considerati gli ultimi incoraggianti sviluppi, la sua opinione potrebbe cambiare del tutto nelle prossime ore

Intervistato dalla Aargauer Zeitung, il numero uno del club biancorosso ha «alleggerito» la sua posizione, affermando di valutare sempre più seriamente la possibilità di giocare le restanti sfide della stagione 2019-2020 a porte chiuse. L’intenzione è però quella di attendere la settimana prossima prima di propendere per l’una o per l’altra variante.

«Nella video-conferenza di giovedì ci siamo resi conto che ci serve una settimana per preparare tutti i dati che ci daranno un quadro chiaro della situazione. Non si possono prendere delle decisioni fino a quando tutti i fatti non saranno messi sul tavolo. Le domande sono parecchie. Quanto costano gli incontri a porte chiuse? Continueremo con un lavoro ridotto? Come si potrà compensare la situazione attuale? Le risposte saranno quindi la base per decidere come si intende proseguire».

«Poiché noi vendiamo solo circa 2’000 biglietti per partita, a cui si aggiungono i possessori di un abbonamento, otteniamo in media un bilancio pari “a zero”. In questo periodo, ovviamente, tutto dipende dalle misure protettive e di sicurezza che alla fine devono essere rispettate. L’aspetto importante del lavoro ridotto è che dovrebbe essere in gran parte mantenuto fino a quando gli spettatori non torneranno a riempire gli stadi. E occore valutare anche cosa succederà agli sponsor, che prima, a parte la televisione, avevano anche una certa visibilità. Il calcio, sia in Svizzera che all’estero, è diventato molto più costoso».

(nella foto: Markus Lüthi – © Keystone/derbund.ch)

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