MISTER X – Capitolo 6, Maurizio Fabbri “Meglio il Milan di Zac che le 6 promozioni conquistate sul campo”

scritto da Roberto Colombo
Maurizio Fabbri, allenatore del Coldrerio (Seconda lega)

L’allenatore del Coldrerio: «Più che vincere…non sopportavo perdere. Mai la sacca dei palloni nello spogliatoio. Contro il Rapid Lugano ho sempre fatto fatica, soprattutto quando c’era Copelli».  

COLDRERIO – Con la nostra nuova serie di mini interviste MISTER X vi accompagneremo alla scoperta degli allenatori (e non solo) del calcio regionale, tratteggiandone un ritratto più intimo attraverso le loro stesse parole. Buona lettura, se vi va. Capitolo 6: Maurizio Fabbri allenatore del Coldrerio (Seconda lega).

Mister raccontaci, che giocatore eri e il tuo ricordo più bello? «Nel calcio regionale ho giocato sino a 38 anni vestendo le maglie di Riva, Ligornetto, Morbio, Stabio, Melide, Azzurri, Campionese e Rancate e collezionato 486 presenze, di cui 228 in Seconda Lega. Ero un centrocampista centrale con spiccate caratteristiche di interdizione, ma anche con una buona visione di gioco. Un centrocampista che metti sempre in campo e che apprezzi molto di più quando ti manca. Avevo un buon destro e tanti polmoni, ma la caratteristica migliore era, senza ombra di dubbio, l’attitudine: più che vincere, io, non sopportavo perdere. Sicuramente il ricordo più bello è legato agli anni in cui giocavo a Morbio, in cui ci capitò di affrontare in amichevole a Milanello il Milan di Zaccheroni. Trovarsi in campo contro Maldini, Costacurta, Leonardo, Serginho, Albertini, Ambrosini, Sheva, fu qualcosa di unico e speciale, che metto davanti alle sei promozioni conquistate sul campo».

Il tuo rituale scaramantico (da allenatore)? «Non sono particolarmente scaramantico, ma sicuramente piuttosto abitudinario. Arrivo al campo sempre almeno due ore prima del match e appena decisa la formazione, normalmente in mattinata, mando l’11 iniziale ad Alessio Caracciolo (il nostro allenatore dei portieri). E…mai la sacca dei palloni “dentro” lo spogliatoio».

Squadra bestia nera (da allenatore)? «Sicuramente il Rapid Lugano. Non ricordo di aver mai vinto contro di loro, mentre ricordo di aver sempre faticato, soprattutto negli anni in cui li guidava Omar Copelli. Ancora oggi le cose non sono cambiate. Piuttosto che provare a spiegare il perché succeda sempre così, sarebbe invece meglio iniziare a sfatare questo tabù».

Sarebbe bello allenare di nuovo… «Purtroppo quelli che vorrei allenare ancora hanno tutti appeso le scarpe al chiodo: Marco Sandrinelli, Simone Pichierri e Federico Brianza. Giocatori di un calcio che non c’è più. Forse sto iniziando a invecchiare. Ma se guardo il mio recente passato, dico Lorenzo Spagnuolo. Mi piacerebbe vedere cosa si potrebbe fare con un tandem d’attacco composto dai due fratelli Spagnuolo. Gabriele già ce l’ho…».

Forse non sarà COLDRERIO a vita, ma… «è stata una gran bella avventura!».

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