Lugano-Thun, Celestini: “Vogliamo essere all’altezza delle aspettative”

scritto da Claudio Paronitti

La neve, come previsto, è puntualmente caduta anche in riva al Ceresio e il campo principale di Cornaredo si è trasformato in un candido luogo invernale

Il rischio che la partita con il Thun venga rinviata esiste. Soprattutto se le condizioni climatiche non daranno una tregua a breve.

Malgrado le bizze del meteo, mister Fabio Celestini è pronto per la prima sfida ufficiale del nuovo anno: “Le condizioni non sono però ideali. C’è preoccupazione, perché il campo non è in buone condizioni e potrà condizionare i prossimi mesi. Un terreno del genere non permette di essere ottimali, né noi né i nostri avversari”.

“Sadiku e Lavanchy? Non sono sorpreso dai loro acquisti. Armando è tornato a casa, conosce bene l’ambiente e sa come agire. Numa è esploso a Losanna, con me in panchina. C’è rispetto reciproco. È un calciatore intelligente, il suo ruolo ideale è il quinto di centrocampo, a destra o a sinistra. È molto competitivo, si sacrifica come pochi e sono certo che darà il suo contributo”.

“La rosa è diminuita nella sua numerazione, c’è più affinità tra i ragazzi.  Il clima è ottimo, hanno una predisposizione al lavoro fantastica. Ma se ciò non viene trasformato in punti importanti il percorso “oscuro” varrà poco. Non vogliamo deludere società e tifosi ed essere all’altezza delle aspettative”.

“La Coppa Svizzera? Tutti vogliono vincerla. Il nostro focus nella competizione è il Thun. Portare un trofeo a Lugano non è la stessa cosa che conquistarlo a Basilea o a Berna. Vogliamo giocarcela come se fosse una finale”.

“Il mercato in uscita? Qualcosa si muove, ma bisogna trovare loro una sistemazione. Sono giovani e devono giocare. La scelta deve essere ponderata. Fondamentale, però, è giocare, non importa dove. Auguro a loro (Amuzie e Yao, ndr). Janko è carico, si sta allenando bene e la forma arriverà”.

“Il passaggio di Masciangelo alla Juventus? Può sorprendere fino a un certo punto. Non saranno sei mesi persi. Se sarà un’operazione sbagliata lo vedremo più in là negli anni. Comunque, noi abbiamo giovani di talento, come Macek e Kecskés, oppure anche Fazliu. Tutti devono guadagnarsi il posto. Ma lavorare con giocatori di proprietà è meglio, perché essi vengono valorizzati per noi e non per terzi”.

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