FC Lugano, l’analisi post-Zurigo: una «crisi» dalla quale si uscirà solo rimanendo uniti all’interno di una nuova sosta salutare

scritto da Claudio Paronitti
FC Lugano vs FC Zürich, domenica 12 novembre 2023

Incassata la settima sconfitta stagionale in CSSL, il Lugano vivrà ora due settimane di sosta salutari

Il Lugano lascia campo allo Zurigo, che non chiede altro per ottenere un nuovo successo sui bianconeri e mantenere viva la corsa al primato dello Young Boys

Il freddo pomeriggio sottocenerino mostra una squadra fiacca e priva di energie che fatica a rispondere alla fisicità portata all’interno del rettangolo verde dalla squadra tigurina, completa in ogni suo reparto a differenza dei padroni di casa, incerottati e costretti a rinunciare allo squalificato Martim Marques e a Kreshnik Hajrizi, il quale ha raggiunto la selezione nazionale del Kosovo direttamente dal Belgio. Le importanti assenze non sono certo un alibi, perché l’inizio di una gara si affronta a undici contro undici. Però, quando vengono a mancare determinati elementi di fondamentale importanza per una manovra ben rodata, ecco che i sostituti faticano a trovare quell’alchimia che solamente giocando insieme per un certo periodo si riesce a vedere.

La parola «crisi», visto il periodo negativo che sta attraversando la squadra bianconera, è uscita per la prima volta dalle bocche dei protagonisti, da Roman Macek a mister Mattia Croci-Torti nel dopo-partita. Il fatto di ammettere di non vivere un momento felice e di non nascondersi dietro alle solite «frasi fatte» può essere visto come un segnale di maturità di un gruppo che comprende di dover fare decisamente di più per uscire tutti assieme dal limbo in cui si è involontariamente immessi. Le due settimane di pausa dovrebbero permettere a chi rimane a Cornaredo un pieno (o per lo meno, parziale) recupero, in modo da poter affrontare il terzo «tour de force» infernale con qualche alternativa in più e non doversi affidare a ragazzi in debito d’ossigeno.

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