Lugano: Europa ultra(s)meritata

scritto da Giorgio Buzelli

Il triplice fischio del direttore di gara sancisce la sconfitta del Lugano. Persa 0-1 la partita che avrebbe potuto consacrare la truppa di Tramezzani. I volti tristi, in curva nord un silenzio assordante. C’è ancora una speranza: il Sion sta ancora pareggiando 0-0 contro il GC.

Tutta la curva con i telefono in mano, in un refresh continuo dei più disparati siti di live-score. Le notizie sono confuse, arrivano voci di un’interruzione di 15′ con il presidente vallesano in campo a parlare con l’arbitro. La rabbia è molta, non si capisce cosa stia succedendo: la paura del ‘biscotto’ aleggia nelle nostre menti. Il gioco sembrerebbe essere ripreso a Sion, e si parla di un recupero record di più di 15′. Qualcuno riesce ad accendere finalmente uno streaming e seguiamo a gruppi di 20 persone la partita da un piccolo schermo di 5 centimetri. Un piccolo problema: non è marcato il minutaggio. Non abbiamo idea di quanto manchi. L’attesa è infinita, i secondi sembrano ore. Come un lampo a ciel sereno, arriva il gol del vantaggio del Sion. La curva è ammutolita, la maggior parte dei telefoni rischiano di essere lanciati. La tristezza si fa largo in noi e ci prepariamo a una lunga nottata di “poteva andare diversamente..”.

Ma poi, un regalo piove dal cielo: Andersen, 16 minuti dopo il novantesimo, trova il tiro della (nostra) vita. Il GC acciuffa il pareggio e Cornaredo diventa una bolgia. Il minuto di attesa del fischio finale è un tripudio di sorrisi e abbracci. I primi ragazzi che scavalcano i cancelli, seguiti da centinaia di giovani, si avvicinano alla tribuna principale per festeggiare. Il Lugano è entrato in Europa League dalla porta principale!

Questa vittoria è da dedicare a tutti, staff e presidenza in primis. Ma un grosso “grazie” va detto anche ai ragazzi della Curva Nord. Quei ragazzi che quando il Lugano è dovuto ripartire dalle leghe minori, non hanno mai fatto un passo indietro. Quei ragazzi che si sono fatti anni in campetti di periferia, dove trovare una tribuna era un miracolo. Quei ragazzi che quando c’è stato da difendere la storia dell’FC Lugano, si sono messi in prima linea per eliminare quel pesciolino rosso dallo stemma. Questa vittoria è soprattutto per loro. Si sono meritati tutto questo: passare dai campi di prima lega, ad una possibile futura partita dei bianconeri a San Siro oppure all’Emirates Stadium di Londra. Sempre presenti, nonostante tutto, sono stati capaci anche quest’anno di trascinare la squadra nei momenti difficili.

Nonostante spesso la stampa locale li descriva in termini negativi, loro sono il fulcro e il cuore di Cornaredo. Anche gli allenatori che si sono susseguiti sulla panchina non hanno mai rinunciato ad elogiarli. In questi anni, Manzo e Tramezzani per ultimi, hanno fatto i meritati complimenti e ringraziamenti alla Curva Nord. Non a caso, dopo la partita casalinga contro il Vaduz che ha consegnato l’Europa al Lugano, il mister è uscito dagli spogliatoi dedicando i versi di una canzone ai tifosi presenti (“Per quelli che son sempre stati qui / per quelli che hanno fatto la Serie B / Noi vi portiamo in Europa League / Noi vi portiamo in Europa League”). Chiaro ringraziamento allo zoccolo duro della tifoseria luganese, che non ha mai abbandonato la squadra.

Ed allora, per qualche giorno, non pensiamo a Tramezzani che potrebbe andarsene, ad Alioski che va in Bundesliga, a Sadiku che torna a Zurigo, a Mariani che va al Besiktas. Godiamoci il momento e uniamoci in un “grazie” a coloro che hanno permesso che questo sogno diventasse realtà.

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