Chiasso: Giocatori e staff vittime di un immobilismo frustrante

scritto da Redazione

scarpe-2di Amedeo Mapelli

Situazione drammatica quella che si sta consumando sotto la collina del Penz. È la fine? Non si sa, per ora nessun bilancio è stato depositato in pretura. Giocatori e staff, mister Scienza in prima fila, non si risparmiano e cercano di salvare il salvabile in un campionato che più duro di così non si poteva immaginare. Questo è solo il logico e scontato risultato di un climax discendente iniziato tre stagioni calcistiche or sono.

Negli anni si sono succeduti impalpabili allenatori, abulici giocatori e invisibili dirigenti. L’ultima grottesca situazione è l’allontanamento di Alex Oliva, teoricamente entrato nell’organigramma con la mansione di vice-presidente ma che nei fatti non si è mai visto in zona Riva IV. In tempi non sospetti furono allontanati due giocatori storici del club che, in proiezione futura, oltre al calcio portavano avanti un’attività lavorativa.

Il motivo? Rendere il tutto più professionale. Alla faccia della professionalità verrebbe da dire: stipendi non versati, giocatori lasciati in balia degli eventi e direttori generali che vengono cambiati più velocemente dei pannolini ai neonati e per ultimo una comunicazione che, per usare un eufemismo, è pressoché inesistente. Da tempo si sente parlare di riduzione del budget, nulla in contrario, anzi è più che legittimo che in un momento economico tutto fuorché roseo le priorità siano altre.

La campagna estiva è lo specchio fedele di questa nuova filosofia intrapresa: via i giocatori che hanno mercato e pure un contratto pesante, dentro tanti giovani di belle speranza e magari legati a doppio filo con il territorio. Progetto molto interessante e stimolante ma allo stesso tempo molto rischioso in un’annata in cui il tasso tecnico e budgettario si è alzato notevolmente.

Peccato che il pilastro su cui si stava costruendo il tutto è uscito di scena un mesetto dopo il suo insediamento per divergenze con la proprietà. Cavalleri aveva sprecato parole al miele quando illustrò il piano biennale, ma il tutto si frantumò come il mare sugli scogli. Intanto la prima di campionato si avvicinava ma la squadra non aveva ancora neanche un minimo di identità. Alla fine della prima parte siamo laggiù sinonimo di relegazione. Nulla, ma proprio nulla, si può dire a questi ragazzi anch’esse vittime di un giochino speculativo che mette in imbarazzo una società storica che meriterebbe ben altro trattamento. I tifosi, sempre meno, soffrono in silenzio poiché poco c’è da fare davanti a tale frustante situazione.

L’amore non si vende e neanche un’amichevole contro la formazione B nel Milan può riavvicinare la gente allo stadio (35 frs in tribuna per un’amichevole?), ma si sa che l’amore è cieco e a portarlo a spasso c’è la follia. Quindi, dateci pure dei folli ma noi questi ragazzi andremo avanti a sostenerli perché in fondo a questi giovani baldi, buttati all’improvviso nella mischia, un po’ gli vogliamo bene. A mister Scienza, con tutto lo staff, la dura prova di portare al porto la nave durante la tempesta perfetta, a noi il compito di non abbandonarlo.

La collina del Penz con la sua Madonnina ci sono e ci saranno ancora, ma questa proprietà per quanto potrà godere della sua ombra?