AC Taverne, a colloquio con il n° 1 Carlo Burà: «Lo stop? Un peccato. Meroni il miglior tecnico che ho avuto. I ragazzi? Favolosi!»

scritto da Claudio Paronitti

Se la stagione terminasse ora, il Taverne gioirebbe per un’incredibile promozione nel quarto livello del pallone rossocrociato. Il primo posto momentaneo, unito alla sospensione dei campionati amatoriali, consente ai gialloneri di trascorrere un inverno al «caldo»

Con la situazione che si sta stabilizzando e sta volgendo al meglio, la prossima primavera si riuscirà a tornare in campo e a concludere un torneo che ha preso avvio balbettando a causa dell’emergenza sanitaria a cui eravamo confrontati. Nell’attesa di riprendere con gli allenamenti e con le partite, abbiamo avuto il piacere di contattare il Presidente giallonero Carlo Burà, il quale ci ha gentilmente concesso l’intervista che vi proponiamo di seguito.

Presidente, per iniziare le chiederei questo: come sta lei personalmente e come sta vivendo questo particolare periodo storico?

«Fisicamente, io sto bene. Ma questo è un brutto periodo per tutto. Speriamo che questo 2020 passi in fretta. Nulla è andato per il verso giusto da tutti i lati e per tutti: economicamente, fisicamente e sportivamente. Si vive un po’ con l’ansia e la paura di magari prendere questo maledetto virus. Io sono in un’età un po’ “avanzata”, un po’ di preoccupazione c’è. Viviamo dunque alla giornata e speriamo di tornare presto a una vita normale».

Verso la fine di ottobre, quando la Lega Amatori ha deciso per la sospensione dei campionati, qual è stata la sua reazione? Si aspettava una scelta del genere o crede che, con i dovuti accorgimenti, si sarebbe potuto continuare a giocare?

«Mi è dispiaciuto perché, secondo me la Lega Amatori è stata costretta dalla Federazione Ticinese di Calcio, che ha fatto un po’ di pressione. Secondo me, potevamo giocare almeno altre due partite. Poi, la decisione può essere anche definita giusta, ma se andiamo bene a vedere nel calcio regionale ci sono stati pochi contagiati. Le direttive in Ticino, dove si era iniziato a rinviare le partite, erano un po’ così. E qualche dubbio mi è sorto. Mi è dispiaciuto un po’ anche per noi. Fermarci è stato un peccato, ma ne prendiamo atto. So che venerdì 27 novembre la Lega Amatori si è riunita per trovare una data in cui ripartire. Se le intenzioni sono farci ricominciare, come si vocifera, alla fine di febbraio, dovremo iniziare ad allenarci verso la metà di gennaio. Io credo che si sarebbe potuto giocare anche alla fine di ottobre e all’inizio di novembre. Adesso, con tre partite da recuperare, la situazione non è così semplice. Se vogliono disputare dei turni infrasettimanali, è chiaro che ci mettono ancor più in difficoltà, soprattutto se dovessimo preparare delle trasferte in Svizzera interna. Un conto è giocare in un luogo relativamente vicino, un altro è intraprendere un viaggio al mercoledì a Sursee o a Buchrain. Lì comincerebbe a diventare pesante. La Lega Amatori, tuttavia, vuole evitare un turno infrasettimanale del genere e sta valutando di inserire i derby proprio al mercoledì. Vediamo cosa succede. Mi ripeto, è un peccato. Anche a livello di Super League, considerando tutti gli aspetti, il momento viene gestito un po’ malamente. Dal canto nostro, come Taverne siamo stati fortunati. Da Swiss Olympics abbiamo ricevuto un contributo “a fondo perso” e dunque senza rimborso futuro. Le perdite però ci sono, e non sono affatto da sottovalutare».

Nelle prime dieci giornate, il Taverne è stata la sorpresa del Gruppo 4, tanto da occupare la prima posizione con la seconda miglior difesa dell’intera categoria (5 reti subìte, solo il Grenchen, nel Gruppo 4, ha raccolto meno palloni in fondo alla propria porta, 4, ma è sceso in campo una volta in meno). Come giudica nel complesso l’operato di mister Damiano Meroni e della rosa?

«Il nostro gruppo ha una media-età giovanissima, di poco più di 22 anni… Personalmente, ho sempre ammirato mister Meroni. È la prima volta che lo “tocco per mano”, è una persona squisita, un allenatore eccezionale che non tralascia nulla, maniacale nel senso del lavoro. Anche i giocatori sono molto contenti di lui, abbiamo creato un clima molto bello. Lui è il miglior allenatore che abbia mai avuto. Devo solo fargli i miei complimenti perché ha svolto, e sta svolgendo, un lavoro eccezionale. Oltre al tecnico, anche i ragazzi hanno fatto la loro parte. Per praticamente tutto il girone d’andata ci è mancato Daniel Mele, una punta da venti gol a stagione. Quando è rientrato con il Team Ticino è andato in gol, a conferma della sua pericolosità sotto porta, ma poi si è di nuovo infortunato e ci è mancato. In più, non abbiamo potuto contare su Lucas Inguimbert, che si è “strappato” a Hergiswil. Gli altri ragazzi ce l’hanno messa tutta. Hanno fatto il loro e io sono veramente contento della prestazione fornita da tutti. La difesa, poi, è eccezionale. Io sono stracontento di tutti. Ora come ora, non voglio stravolgere niente, perché i ragazzi non meritano stravolgimenti di ruolo. Questo perché se in dieci partite sono arrivati fin lì, significa che possono continuare anche oltre. Un’altra particolarità concerne la presenza agli allenamenti, che definire favolosa è riduttivo. Nessuno manca un appuntamento, e se proprio non potesse presenziare è perché ha un impegno inderogabile. Questa stagione, abbiamo constatato che più del 90% è presente. I ragazzi ci credono, sono disciplinati e bisogna lasciarli andare avanti così».

Quando si ripartirà, l’importante sarà mantenere, come fatto sinora, i piedi ben saldi a terra e cercare, perché no, una promozione nel quarto livello del calcio elvetico…

«Teniamo sempre i piedi ben saldi a terra, ma non facciamo nessun dramma se non dovesse arrivare qualcosa. Stiamo andando oltre le aspettative, ma non ci precludiamo niente. Fra quattro o cinque partite, saremmo in grado di dire: “Ci siamo anche noi”. E poi, ce la giochiamo per un obiettivo. Vedremo se nel girone di ritorno saremo ancora lì. In ogni caso, niente freni».

Il mese di gennaio si sta avvicinando a grandi passi e, storicamente, esso coincide con l’apertura delle trattative del calciomercato. A Taverne, si sta già pensando a un’eventuale modifica del roster?

«Come detto in precedenza, stravolgimenti non dovrebbero essercene. È giusto lasciare spazio ai ragazzi, i meriti devono prenderseli loro. Con l’allenatore siamo in chiaro, se dovesse succedere qualcosa, sarà per un giocatore e basta. Sappiamo dove siamo scoperti, ma non interverremo sul mercato “tanto per prendere”. Se ci sarà un’opportunità, inseriremo un elemento che conosce già la categoria. C’è un ruolo scoperto in rosa e ne siamo coscienti. Io, però, non voglio creare malumori. Tutti i ragazzi mi dimostrano quotidianamente di essere bravi».

Infine, se la sente di lanciare un messaggio agli affezionati sostenitori gialloneri e a tutti gli appassionati ticinesi?

«Agli appassionati ticinesi dico di cercare di sostenere le proprie società, le proprie strutture e fare il possibile quando si ripartirà. State vicini e non fate mai mancare il vostro sostegno. Forza e coraggio e non mollare. È questo il momento di reagire. Quando ne avremo la possibilità, ne verremo fuori, come alla fine di ogni pandemia. Quando finirà, occorrerà stare vicino alla propria società e vedere di contribuire a non “ammazzare” questo calcio. Stiamo già vivendo in un periodo un po’ strano, perciò è fondamentale non abbattersi ancora di più. Ai sostenitori gialloneri, posso dire di continuare a sostenerci come sempre. Noi siamo seguiti, abbiamo un buon pubblico che presenzia sempre alle partite casalinghe. L’atmosfera che si respira al campo, non lo nego, è eccellente. I giocatori, anche i nuovi arrivati, si trovano bene, è bello giocare a Taverne, un luogo dove ci sono sempre tanti appassionati. In più, abbiamo una bella struttura, che è ammirata da tutti. C’è poi una bella buvette, da dove si possono vedere tutte le azioni in compagnia».

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