Ticinesi a rischio in una CL stimolante

scritto da Davide Perego
C’è poco da ridere. Sul sito ufficiale della Challenge League campeggia da qualche settimana una foto dei giocatori del Servette in festa di fronte ai propri fans. Sul settimanale “Il caffé”, la foto di lancio per presentare le ticinesi della categoria, è quella di un gremitissimo St.Jakob Park. Paura – o forse immotivata vergogna – di mostrare al pubblico il vero volto di protagonisti e stadi del torneo cadetto. Oppure, semplicemente scelte grafiche per creare un impatto migliore. Eppure – sarò contro corrente – questo torneo a dieci squadre nasce all’insegna di curiosità ed interesse. E’ vero, a parte il Bellinzona, le altre ticinesi non sembrano aver operato nel segno della continuità con il recente passato. Il FC Lugano torna sul pianeta terra dopo qualche stagione tutto sommato “eccezionale” in quanto a traguardi mancati. Il Chiasso non sembra interessato a capitalizzare gli ottimi due campionati giocati dal ritorno in Challenge League. Il Locarno ha perso pezzi pregiati e tanto per cambiare rischia ancor di più di quanto non accaduto la scorsa stagione.
Proprio il rischio della retrocessione sembra essere il principale problema con il quale rossoblu e bianche casacche dovranno confrontarsi. Ovviamente sulla base di questa prima fase di mercato. Non ipotizzabile credere Aarau, Bellinzona, Lugano, Vaduz, Wil e Winterthur in una zona di classifica pericolosa, restano quattro squadre ad essere nel mirino dei pronosticatori per una caduta in Lega Promotion. Tra queste mi sento di escludere il Bienne: bravo allenatore, ossatura confermata e collaudata da campionati al di sopra delle attese, buon parco offensivo ed ipotizzabile affinità con il sintetico della Maladiere. Non restano che tre squadre: Chiasso, Locarno e Wohlen. Gli argoviesi si sono (finalmente?) liberati di una decina di giocatori dal rendimento altalenante e accompagnati da stimoli occasionali. Sul conto di Bastida, Mihoubi, Senkal e Thrier ci sono referenze ottime. Gaspar sembra essere rinato. Nemmeno troppi dubbi sul nuovo tecnico Sesa. Resta da calcolare che il Wohlen ha spesso tradito i propri tifosi nonostante investimenti intelligenti. Il Chiasso è l’incognita più grossa del torneo. Da una parte l’onere di far dimenticare Ponte e la sua filosofia di gioco. Dall’altra la consapevolezza che un paio di rinforzi (mirati e azzeccati) potrebbero confermare i rossoblu nella fascia competitiva anche di questa Challenge ridotta a dieci squadre. Sul Locarno pesa come un macigno l’incognita legata ad un possibile trasferimento di Sadiku. Tuttavia, anche la conferma del talento albanese, potrebbe non bastare per raggiungere una salvezza forse ancor più difficile di quella della passata stagione. Insomma, comunque la si prepari, nel DNA dei verbanesi c’è sempre una stagione proibitiva con un solo traguardo da raggiungere.
DP

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