Super League, la moviola di Winterthur vs Lugano: giusto togliere il calcio di rigore ai locali, mentre dall’altro lato…

scritto da Claudio Paronitti

La sconfitta di misura in cui è incappato il Lugano sullo scivoloso terreno della Schützenwiese ha lasciato anche qualche strascico polemico su alcune decisioni «strane» prese dal giovane direttore di gara turgoviese Nico Gianforte

Diciamolo subito: il 29enne fischietto svizzero-orientale non ha vissuto la sua miglior giornata. Alla sua terza apparizioni stagionale in Credit Suisse Super League, si è reso protagonista di diversi fischi (e non) che hanno giustamente fatto infuriare i vari protagonisti in campo, i quali non intendono però accampare scuse, cercando di guardare dentro sé stessi per migliorare in vista del prossimo appuntamento in calendario. Noi, per contro, vogliamo chiudere il cerchio di analisi post-Winterthur con la moviola degli episodi «incriminati» che hanno deciso di fatto il quarto 1:0 consecutivo tra le mura amiche degli uomini di Bruno Berner.

Sono quattro i momenti che prendiamo particolarmente in considerazione in questa occasione. Il primo si registra al tramonto della prima frazione, nel corso della manovra che porta Matteo Di Giusto a mettere a segno quello che sarà il punto decisivo del confronto. Come giustamente rilevato nelle dichiarazioni post-partita da mister Mattia Croci-Torti, vi è stato un lapalissiano iniziale intervento scorretto su Ignacio Aliseda. L’errore dell’arbitro è stato far proseguire il corso della gara una volta che i padroni di casa hanno riconquistato il possesso della sfera.

Il secondo episodio si osserva al 58′. Lanciato in profondità, Matteo Di Giusto controlla con un po’ di fortuna il pallone e se lo porta avanti. Una volta entrato in area di rigore, il trequartista si rende protagonista di una clamorosa simulazione. Milton Valenzuela lo sfiora appena, ma il #10 urla e si atteggia come se fosse stato abbattuto da un missile terra-aria. L’errore di decretare la massima punizione prende di sorpresa i ticinesi, che reclamano a ragion veduta con Nico Gianforte, il quale entra in contatto con il VAR Alessandro Dudić, va a rivedere le immagini e toglie il penalty. Manca però il cartellino giallo per il calciatore di casa.

Raggiungiamo poi il 67′ e una palla respinta in area biancorossa dal terzino destro Michael Gonçalves. L’azione non mostra di per sé alcuna infrazione, ma il seguente pestone sul piede di Mattia Bottani è punibile con il calcio di rigore. Ottimamente posizionato, il direttore di gara lascia correre e nemmeno dalla VAR Room di Volketswil arriva la segnalazione dell’irregolarità dell’intervento. Questo momento ci ricorda l’espulsione di cui è rimasto vittima Fabio Daprelà alla prima uscita ufficiale della stagione contro il Sion (sinistro allungato sul ginocchio di Denis-Will Poha trasformato da giallo a rosso da Fedayi San). E allora, perché utilizzare «due pesi e due misure»?

Infine, si arriva al 95′ e al fallo di Mattia Bottani – già ammonito dopo 19′ per uno sgambetto su Roman Buess – ai danni di Francísco Rodríguez. In termini di regolamento, la scelta di Nico Gianforte è giusta. Tuttavia, ci chiediamo umilmente? Come mai i padroni di casa, e nello specifico il loro portiere Markus Kuster, non sono mai stati redarguiti per evidenti e clamorose perdite di tempo?

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