RSL, Thun-Sion, Birama Ndoye: «Il terreno naturale o artificiale non fa la differenza, la maniera di giocare invece sì»

scritto da Claudio Paronitti

Birama Ndoye – © Keystone/Le Nouvelliste

Questo pomeriggio alle ore 16:00 la Stockhorn Arena sarà teatro della sfida della 6ª  giornata di Raiffeisen Super League tra Thun e Sion, due formazioni che stanno vivendo momenti di forma totalmente opposti

Per presentare la sfida su sponda vallesana, il sito web ufficiale del club biancorosso si è intrattenuto con Birama Ndoye, 25enne difensore centrale senegalese che ha recentemente festeggiato la 150ª presenza con la società romanda, la cui avventura iniziò all’età di 19 anni in una partita contro… il Thun!

Il momento attuale – «È chiaro che vogliamo proseguire la nostra serie, vincere più incontri possibili per raggranellare il massimo dei punti e vedere così dove ciò ci porterà. Sicuramente, dovremo rimanere con i piedi ben piantati a terra, ma non ci neghiamo la possibilità di guardare più in alto di questa terza piazza».

Il Thun – «Sappiamo che hanno perso malamente lo scorso fine settimana e che occorrerà dunque diffidare, in quanto avranno tutte le intenzioni di rifarsi davanti al loro pubblico. Come ci ha detto il nostro allenatore, servirà essere pronti sin dall’inizio, mantenendo la concentrazione giusta, senza subire la pressione che intenderanno imporci i nostri avversari. Per questo, bisognerà essere capaci di arrivare primi su ogni pallone e negare loro la chance di avvicinarsi alla nostra porta».

Il terreno della Stockhorn Arena – «È ovvio che, come credo qualsiasi giocatore di calcio, preferisco cento volte giocare su un campo in erba naturale piuttosto che sul sintetico. Abbiano lavorato bene tutta la settimana a Fully e, anche se loro avranno un piccolo vantaggio per il fatto che sono abituati a calcare questo tipo di superficie, penso che possediamo i mezzi per superarli. In fondo, l’importante non è sapere se l’erba sarà naturale o artificiale, ciò che conta è il modo in cui si gioca per cercare di guadagnare i tre punti».

Il pericolo pubblico numero uno – «A questo proposito, ci siamo fatti più di un’idea con l’analisi video: i biancorossi cercano molto Simone Rapp con dei cross dalle fasce, dato che il gioco di testa è una delle sue forze principali. A noi, dunque, l’obbligo di rispondere presenti e di marcarlo stretto, non permettendo ai suoi compagni di trovarlo nel gioco aereo».

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