RSL, Lugano-Sion, Fabio Celestini: «Il rammarico è simile alle ultime uscite, ma questa è una sconfitta che brucia parecchio»

scritto da Claudio Paronitti

Sentimenti contrastanti quelli vissuti da mister Fabio Celestini al termine della partita casalinga persa contro il Sion, che ha espugnato Cornaredo con l’unica, ma efficace, sortita della ripresa

Il tecnico del Lugano conferma le sensazioni di rammarico di tifosi e addetti ai lavori, non lasciandosi tuttavia abbattere e rimanendo fiducioso sul prosieguo del campionato. Il lavoro, alla fine, pagherà.

L’analisi – «Il rammarico è lo stesso [delle ultime due uscite, ndr], anche se la sconfitta brucia parecchio. La sensazione è uguale perché alla fine sai che nel calcio un rigore, un palo, un’espulsione, e quindi la casualità, possono farti vincere o perdere le partite. Ma anche oggi, come due settimane or sono, se c’è una squadra che doveva vincere per due o tre a zero, questa era il Lugano. Alla fine se non si segna possono succedere queste cose, contro il Thun il gruppo era stato più conservativo, mentre oggi mi è parso che la squadra ci fosse e avesse grande voglia di andare in avanti a cercare la vittoria e allora abbiamo osato di più. La squadra ha fatto quello che doveva fare».

Il gol mancante – «Sono nel calcio professionistico da 26 anni e so come vanno le cose. Non possiamo passare da una settimana all’altra a dire che senza Júnior non si segna e poi se anche con lui andiamo in bianco chiediamo altri tre attaccanti. Non è possibile ragionare così. Holender lo scorso anno in Ungheria ha segnato 19 reti, Junior 13, Gerndt e Bottani hanno sempre segnato, così come Rodríguez e Aratore. La mia fiducia in questi giocatori e in Sabbatini è grande. Non ho dubbi sul fatto che siamo una squadra che può andare in gol, ma in questo momento non lo stiamo facendo. Significa che il messaggio che il calcio ci manda è quello di fare di più. Ci muoviamo bene ma evidentemente qualcosina manca. Dobbiamo comunque essere positivi e costruttivi, non possiamo buttare tutto quello che di buono i ragazzi hanno fatto oggi come nelle gare precedenti. Se ragioniamo in questo modo vuol dire che quando vinciamo siamo bravissimi e in caso di sconfitta siamo scarsi. Non è così che funziona. Lasciamo perdere l’YB ma contro Thun e Sion erano due partite che dovevamo vincere, nessuno può contestare questo fatto. Dobbiamo fare di più, ma per prima cosa non va persa la fiducia in noi stessi e in quello che stiamo facendo perché funziona».

Mantenere la calma – «Io penso alla squadra, poi il Presidente può essere contento o meno e ha la sua opinione. I ragazzi non fanno apposta a colpire il palo. Poi, considerate le occasioni avute, ci sta la delusione per la sconfitta. Anch’io sono arrabbiato perché non abbiamo vinto, ma la prestazione la salvo, eccome. Sarà un paradosso, ma contro Thun e Sion abbiamo fatto molto di più che a Zurigo, solo che là ogni tiro andava in porta e adesso gli stessi interpreti non la mettono più dentro. Non si può andare da un estremo all’altro nelle valutazioni. Hai il rammarico che con quanto fatto in campo avresti dovuto conquistare qualche punto in più. Ma ripeto, siamo solo alla quarta giornata di campionato, sembra che siamo già alla 34ª. Manteniamo dunque la calma e continuiamo a lavorare».

La Coppa Svizzera – «Qualsiasi partita che viene dopo una giornata così è ben venuta, perché hai un’altra possibilità di mostrare che siamo una squadra solida e che possiamo “buttarla dentro” e fare bene anche quest’anno».

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