MY LIFE: questa mia vita (3)

scritto da Davide Perego

Or bene: mi chiedevo quanti siate ad essere in grado di liberare la mente dal corpo in cui si trova rinchiusa. Poveretta, la mente. Passa gli anni in un corpo che a sua volta è sempre dentro qualcosa: un auto, un ufficio, una casa, un campo da calcio. Quando riesco a fare uscire la mente dal mio corpo avvelenato di quotidianità riesco anche a perdermi nelle più assurde delle visioni.

Ho deciso: se qualcuno mi dovesse chiedere chi metterei al primo posto nella classifica dei rivoluzionari, ci metterei Heidi. Avete letto bene: Heidi. Credo che nella salita da Maienfeld a Dörfli e soprattutto per tutto quanto di rivoluzionario fatto a Francoforte, Heidi debba considerarsi la capostipite di una rivolta.

E nel chalcio Davide quali sono i rivoluzionari sul podio della tua classifica? Bella domanda. Però al volo mi viene spontanea una risposta: Karl Rappan. Mi è stato suggerito dalle considerazioni di chi non ha capito la differenza tra il Messi del Camp Nou con la Juve e quello del Bernabeu con il Madrid. La differenza ( a parte quella dell’assenza del giocatore tatticamente più inutile della squadra) l’ha fatta Karl Rappan perchè dalla sua rivoluzione tattica è nato l’atteggiamento della squadra piemontese nella partita di ritorno.

Nel 1932 Karl Rappan, giovane allenatore-giocatore del Servette, disponendo di un organico modesto, decise di schierare la sua formazione con una particolare forma di Metodo. Nel Metodo (una sorta di 2-3-2-3) gli spazi sul campo erano occupati razionalmente da tutti gli undici giocatori, ciascuno dei quali ricopriva una determinata porzione di terreno. I due terzini marcavano a zona presidiando l’area, mentre i mediani laterali avevano il duplice compito di controllare le ali avversarie e di sostenere l’azione offensiva, che era sviluppata dal centromediano (l’epicentro del Modulo) e dei due interni, schierati leggermente arretrati rispetto al tridente d’attacco.

La rivoluzione di Rappan fu quella di capire prima di tutti come poter vincere una partita (o non perderla) sfruttando il Modulo per mettere in difficoltà squadre tecnicamente più forti.  La rivoluzione si concretizzò abbassando l’intero baricentro della squadra tendente a schiacciarsi davanti alla porta: in questo modo Rappan riuscì a creare tante piccole “gabbie invisibili” che avevano il compito di mantenere la superiorità numerica in fase difensiva. E’ nei Mondiali del ’38 che il “Verrou svizzero” diventa storia: la Svizzera riuscì ad eliminare la favoritissima Germania, che forte dell’Anschluss poteva vantare parecchi giocatori del Wunderteam austriaco.

Qualcuno di voi si è interessato nei giorni scorsi sulla mia salute: vi ringrazio. Questa “MY LIFE” ha creato più churiosità di quanto potessi immaginare. Vorrei ricambiare l’abbraccio di una persona che mi ha scritto una mail bellissima. Peccato che nel momento in cui l’ho letta la mia mente si trovasse dentro il corpo altrimenti sarei corso ad abbracciare questo spirito libero di amico.

Credo che gli italiani sappiano fare bene una cosa: scrivere canzoni. E allora ho deciso che da oggi ogni puntata di MY LIFE si concluderà con l’ascolto di una canzone.

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