FC Lugano, l’analisi post-Sion: vittorie del genere (in extremis) aumentano l’autostima e la consapevolezza nei propri mezzi

scritto da Claudio Paronitti

«La nostra forza, il vostro incubo»: con questo striscione la Curva Nord ha accolto il Sion, battuto recentemente nei quarti di finale di Helvetia Coppa Svizzera

Il ritorno al successo del Lugano – conquistatore di un meritatissimo 2:0 su un Sion da «anti-calcio» – è stato accolto con estrema soddisfazione dal clan bianconero, che può guardare alle prossime due partite ravvicinate con molta più tranquillità

Si è dovuto attendere il tramonto di Cornaredo per sbloccare un duello chiuso in tutti i sensi (per colpa principale di una direzione arbitrale non all’altezza della situazione e di un avversario che sin dalle prime battute ha rinunciato a giocare, cercando di perdere tempo in ogni occasione utile) e da singola la gioia si è trasformata in doppia grazie ai «panchinari» di lusso Milton Valenzuela e Mohamed El Amine Amoura, decisivi sia dal punto di vista numerico del punteggio che da quello squisitamente tecnico e tattico.

Il loro ingresso ha dato parecchia più profondità e fluidità al gioco bianconero, dato che prima di allora i vallesani non permettevano dii proporre una tale manovra. L’essere riusciti a non «perdere la testa» e a mantenere la lucidità necessaria per far male quando oramai nessuno ci credeva più è un altro fattore di lode nei confronti della squadra guidata da mister Mattia Croci-Torti, il cui sprint di gioia dopo il vantaggio siglato dal laterale argentino è il simbolo di una giornata complicata e chiusa con il sorriso sulle labbra. Ciò andrà riportato – ma siamo sicuri che accadrà – anche mercoledì al Kybunpark di San Gallo, un impianto nel quale i luganesi andranno a caccia del bis per cercare di scavare un gap ulteriore dalla quinta posizione, ora distante tre punti e appannaggio del contraente di sabato sera, ossia il sempre temibile Grasshopper.

Leggi anche questi...