Nonostante ci sia sempre qualcosa da migliorare, il tecnico bianconero Fabio Celestini vede il bicchiere mezzo pieno al termine della sfida amichevole disputata contro la corazzata Inter
A sette giorni dal debutto in campionato, previsto domenica pomeriggio al Letzigrund contro lo Zurigo, ecco cosa ha raccontato il condottiero del Lugano.
L’analisi dell’incontro – «Siamo avanti sì di un mese rispetto a loro, ma loro sono l’Inter e noi siamo l’FC Lugano… Con i giocatori che hanno messo in campo i nostri avversari non è stato semplice. Detto ciò, mi sarei aspettato più cattiveria nelle due aree. Nelle partite amichevoli si cerca sempre quel dettaglio da migliorare. In questo caso volevamo trovare il giusto agonismo e la giusta competizione per la sfida di domenica prossima. Poi, ho visto tante cose fatte bene, altre meno, ma ci sta, soprattutto in questo periodo. Sono molto contento di chi è entrato e sono convinto che i nuovi arrivati, la cui integrazione prosegue senza intoppi, ci daranno tantissimo. Se devo dare una nota negativa alla prestazione è la cattiveria nelle due aree».
Il mercato – «Un attaccante io non lo chiedo. Per me l’organico va bene così. Sono contentissimo della rosa che ho. Nelle prossime settimane è possibile qualche ritocco. Vedremo. Dobbiamo solo lavorare e migliorare. L’ho sempre detto. Se mi chiedete dove potremmo intervenire è il reparto offensivo. Ciò non significa che chiedo una punta».
I nuovi innesti – «Francisco Rodríguez è uno di quegli elementi che mette tanta volontà. In più, è in possesso di un gran tiro. Noi non abbiamo un calciatore da 15 reti personali. Il mio lavoro consisterà nel creare un gruppo che, magari, ne segni sei o sette a testa. Ho più possibilità in questo senso, perché i vari Lovrić, Rodríguez e Sabbatini fanno sia assist che gol. Poi ho a disposizione Holender e Aratore. Il potenziale è più alto rispetto allo scorso anno».
La formazione titolare – «La squadra iniziale non è assolutamente quella che schiererò domenica prossima a Zurigo. Il gruppo era competitivo, chi è entrato dalla panchina lo è altrettanto e, con una settimana di lavoro davanti, potrò scegliere per il meglio. Ci sono tante cose da vedere. Ad esempio, ho voluto valutare Aratore dall’inizio».