BCL, Aarau, Markus Neumayr: «Chi non vuole tornare in campo pensa a breve termine e non alla sopravvivenza del calcio»

scritto da Claudio Paronitti

Lunedì 11 maggio è la data cerchiata sul calendario per la ripresa degli allenamenti delle società di calcio svizzere. A parte il Lugano (che riprenderà l’attività una settimana più tardi), la maggior parte delle squadre si ritroverà assieme per la prima volta dopo più di due mesi di «separazione» forzata

Uno dei calciatori a rallegrarsi della possibilità di riprendere il suo lavoro è Markus Neumayr, regista dell’Aarau conosciuto per rilasciare dichiarazioni chiare che arrivano direttamente al punto principale senza effettuare un qualsivoglia giro di parole. Intervistato dalla Aargauer Zeitung, il 34enne non si è smentito e ha lanciato un rimprovero ai colleghi che esitano a voler ripartire.

«Un annullamento del campionato sarebbe autodistruttivo. Gli interessi dei giocatori sono ora secondari. Noi professionisti siamo congiuntamente responsabili di garantire la sopravvivenza del calcio svizzero. Personalmente, ho dei problemi con i giocatori che chiedono di concludere qui la stagione: essi pensano troppo a breve termine», ha commentato il tedesco, che grazie al suo matrimonio è in possesso anche del passaporto rossocrociato.

Il vocabolo Coronavirus è ormai entrato nella maggior parte delle frasi pronunciate negli ultimi mesi. Il fantasista, tuttavia, non intende venir coinvolto nella discussione riguardante la salute: «Attualmente, esiste un nuovo studio sul virus ogni giorno. A cos’altro si può credere? Nessuno dei calciatori contagiati dal virus è deceduto e tutti si sono ripresi rapidamente o non hanno mostrato sintomi».

Il rischio di infortunarsi dopo una pausa così lunga è da mettere in conto non solo in questo periodo, bensì sempre: «Ogni calciatore accetta il fatto che, nel peggiore dei casi, un certo rischio è esistente in ogni sessione di allenamento e in ogni partita. La possibilità di ferirsi gravemente e di chiudere la carriera non è una novità. Ora che il virus è diventato meno pericoloso, ad esempio confrontando il tasso di mortalità nello stesso periodo degli anni precedenti, dovremmo tornare alla vita normale il più rapidamente possibile. Fondamentalmente, i rischi fanno parte della vita. Anche quando si guida un’automobile o si viaggia in aereo c’è la possibilità che accada qualcosa di spiacevole. Non abbiamo mai incontrato una crisi economica per questo, quindi non dovremmo farlo a causa del Coronavirus». Più chiaro di così…

(nella foto: Markus Neumayr – © aargauerzeitung.ch)

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