Nel corso di una conferenza stampa a Muri (BE), il Dipartimento degli arbitri d’élite rossocrociati ha presentato il bilancio riguardante la stagione 2022-2023
Come si appura dalla nota apparsa sul sito web ufficiale dell’Associazione Svizzera di Football (ASF), la maggior parte delle persone coinvolte si è detta soddisfatta delle prestazioni, pur essendo consapevole che c’è ancora del margine di miglioramento.
«Ci sono state tante fasi in cui le prestazioni sono state costantemente molto buone. Non è stato così in tutte le partite di alcune giornate», dichiara inizialmente Dani Wermelinger, responsabile degli arbitri svizzeri d’élite. «Dal nostro punto di vista, ci sono state due fasi nel girone di ritorno con decisioni controverse che ruotavano intorno all’interpretazione della regola del fallo di mano. Soprattutto il numero di decisioni controverse o addirittura sbagliate a metà maggio ha portato a discussioni molto emotive nelle ultime settimane di campionato. Abbiamo sempre comunicato che puntiamo al maggior numero possibile di decisioni corrette e di prestazioni impeccabili, ma non riusciremo mai a raggiungere il 100% nonostante il crescente supporto tecnologico».
Dani Wermelinger vede un potenziale di miglioramento, innanzitutto nel prendere decisioni di qualità superiore. «Mi aspetto che le squadre prendano un maggior numero di cosiddette “decisioni corrette in campo” e allo stesso tempo mi aspetto che il VAR debba intervenire meno spesso. Il VAR dovrebbe intervenire solo quando c’è un errore chiaro ed evidente. Utilizzeremo la sosta estiva e il pre-campionato per lavorare su questo tema».
La stagione 2022-2023 è stata la quarta nella storia della Credit Suisse Super League in cui è stato utilizzato il Video Assistant Referee (VAR). Rispetto all’esercizio precedente (1’266), sono stati effettuati un numero leggermente inferiore di controlli (1’232) e in 74 casi è stata cambiata la decisione originale, e un aumento minimo in termini percentuali (da 5,6 al 6%).
La nuova stagione, con l’introduzione della linea di fuorigioco calibrata e l’aumento della Credit Suisse Super League a dodici squadre, pone nuove sfide non solo per il campionato e i club, ma anche per l’arbitraggio di vertice. È necessario dunque aumentare il personale per gestire le 38 giornate. «Significa che abbiamo bisogno fino a sei arbitri in più in Super League, con le stesse conseguenze per la Challenge League», prosegue il numero uno dei fischietti elvetici.
In un certo senso, gli incarichi internazionali sono una «maledizione» e una «benedizione» allo stesso tempo: Sandro Schärer, l’unico direttore di gara a tempo pieno, e la sua squadra hanno arbitrato otto partite nelle competizioni europee la scorsa stagione (di cui cinque in UEFA Champions League), mentre il team guidato da Esther Staubli due in UEFA Women’s Champions League. Inoltre, Fedayi San ha svolto il ruolo di VAR in diverse occasioni in partite internazionali e anche altri arbitri svizzeri sono stati coinvolti a livello europeo. «Gli incarichi UEFA dimostrano che i migliori dei nostri arbitri possono fischiare ai massimi livelli. Allo stesso tempo, però, hanno anche periodi di recupero più brevi. C’è una grande necessità di agire in questo senso, soprattutto nell’area della rigenerazione», il consiglio di Dani Wermelinger.
Inoltre, anche le dichiarazioni da parte degli arbitri in seguito alle partite dovrebbero aiutare a migliorare la trasparenza. «Nel girone di ritorno della stagione 2022-2023, tre arbitri – Luca Cibelli, Lukas Fähndrich e Alessandro Dudić – hanno spiegato le loro decisioni davanti alle telecamere. Vogliamo continuare su questa strada. In questo contesto è importante che non si tratti di giustificazioni, ma di spiegare al pubblico il modo in cui si prendono le decisioni».
Alla conferenza stampa si è parlato anche delle crescenti minacce via posta, e-mail e social media contro arbitri e funzionari. Mostrando alcuni esempi, l’ASF ha voluto attirare l’attenzione sul fatto che non tollera le minacce verbali, sia per posta che virtuali, e le perseguirà legalmente a seconda della loro gravità. «La nostra preoccupazione principale è quella di far cambiare la consapevolezza. Ci affidiamo al dialogo e all’approfondimento», chiosa Dani Wermelinger.