Torna in campo il Locarno: parola a Gabriele Gilardi

scritto da Davide Perego
Posticipo della 13esima giornata di Challenge League alla Schützenwiese dove Winterthur e Locarno avranno modo di riscattare quello che per entrambe le squadre non si può certo definire un buon momento. Gli zurighesi, partiti come sempre molto bene, si sono progressivamente spenti e curiosità vuole che abbiano ottenuto 13 dei 17 punti sin qui conquistati, proprio contro le squadre ticinesi. A cadere nella rete di Kuzmanovic e soci sono state nell’ordine Locarno (0-5), Bellinzona (1-0), Lugano (3-1) e Chiasso (0-1) prima che la stessa squadra di Bordoli rompesse il ghiaccio conquistando un (meritato) pareggio proprio sul campo del Winterthur. In pratica, l’ormai ex capolista, non vince in campionato dallo scorso primo settembre.

Sul Locarno sappiamo più o meno tutto. E’ vero che nelle scorse stagioni i verbanesi ci avevano abituati a
risultati imprevedibili. Ora però, con tutta la buona volontà, la
situazione sembra davvero più complicata. Nonostante questo, oltre ad essere stati colpiti dalla lucidità di Stefano Maccoppi, abbiamo voluto andare oltre, testando il pensiero del sempre sorridente DS Gabriele Gilardi alla vigilia di una partita che non sarà speciale, ma che potrebbe riservare al Locarno quella tanto attesa “occasione” che tecnico e giocatori vedrebbero di buon occhio per cominciare a recuperare terreno con chi sta davanti. E’ vero che è uno sport. Vero che parliamo pur sempre di un gioco, ma ci siamo chiesti dove si nasconda la preoccupazione per un futuro che da classifica
sembra segnato.
” Preliminarmente il campionato non è finito. In casi come questi è prassi che i tifosi siano propensi ad essere pessimisti. Visto che solo una squadra vince il campionato, che sempre e solo una alza la Coppa, chi si trova dalla parte “sbagliata” non è contento. Un tifoso vorrebbe che la propria squadra fosse sempre vincente. Diciamo che in generale i critici analizzano i contenuti di una classifica dall’esterno e sulla base di dati che sovente riportano paragoni al passato. Chi si occupa della gestione del lavoro quotidiano di una società ha compito arduo di decidere gli eventi muovendosi in anticipo rispetto ad un giudizio. Un’analisi costante dei problemi e la ricerca delle soluzioni sono priorità di chi lavora all’interno. Dall’esterno – sottolineo purtroppo – il lavoro di una società sportiva viene analizzato periodicamente nei risultati delle variazioni di borsa (per chi
è quotato…), nei risultati che portano ad una classifica aritmetica, a calcoli statistici. Dall’esterno ci si sofferma spesso soltanto sulle differenze in negativo e anche per noi lavorare serenamente per migliorare i risultati diventa più difficile quando condizionati da un sentimento popolare che non sempre rispecchia la realtà”.
Gabriele Gilardi, ha il vantaggio rispetto a molti “colleghi” di potersi tuttavia muovere in contesto tutto sommato sereno.
“Personalmente ho questa fortuna di potermi impegnare libero da condizionamenti esterni. Questo mi porta ad agire in concerto con gli altri attori della società con la convinzione di operare per uno scopo che sia comune a tutti. Quotidianamente si cerca di proporre soluzioni alternative quando ci sono dei problemi.
Nello specifico, ci si deve ricordare che i mezzi per raggiungere un traguardo possono essere insufficienti. Pertanto occorre restare incollati alla filosofia di base per poter veder riconosciuto il merito di aver fatto del proprio meglio. Non per se stessi, ma per la società”.
La squadra: giovane, inesperta, leggera davanti, molle dietro, “dura” giusto
a metà campo. Le considerazioni si sprecano – a seconda dei gusti – ma la
sensazione è quella che non sia così poi una brutta squadra ?
Con le
possibilità che probabilmente non avete da dove inizieresti a lavorare?
“Tutti gli aggettivi elencati corrispondono alle qualità dei giocatori che compongono la rosa: lo scopo è di far migliorare i “difetti” dei singoli nella loro fase di post-formazione, considerando quella di formazione fino ai 18 anni. Il lavoro dirigenziale – oltre a quello delle misure prettamente “strutturali” – comporta quello di seguire i giocatori che terminano la loro maturità come uomini nella struttura del proprio fisico. Dando loro fiducia nella costruzione di una rosa. Un giovane da noi non è in campo perchè i veterani che occupano il suo stesso ruolo sono infortunati o squalificati. I giovani giocano perchè devono avere a disposizione un numero adeguato di partite per fare esperienza cercando – sotto pressione – di migliorare quei “difetti” di cui accennavo prima. Al tempo stesso, occorre usare i classici bastone e carota per non cadere in eccessivo buonismo. In ogni caso, queste caratteristiche – iniziali – negative non devono diventare un alibi a tempo indeterminato”.
Allenatore: Maccoppi mi sembra sincero. Non si aggrappa ad alibi. Continua a
credere nel suo lavoro. La domanda spontanea è però logica: anche i giocatori
la pensano allo stesso modo ?

“Beh..se i giocatori non ci credono dovrebbero avere la decenza di ammettere i limiti personali – in primis a livello tecnico – e rinuncino alla sida: subito! Ce ne sono sicuramente altri già pronti da subito a mettersi in gioco”.
Il pubblico: anche nei momenti belli delle scorse stagioni, lo zoccolo duro è
rimasto invariato. Contro il Chiasso si sentiva mugugnare. Cosa vi porta ad investire
tempo, soldi e a subire critiche in una città così apparentemente fredda e distante dalloperato della società ?
” La passione e la convinzione della bontà di avere a disposizione un palcoscenico per giovani talenti. Oltre a questo teniamo alla promozione del nome Locarno. Turisticamente parlando”.
Il vostro sito è completamente abbandonato. Nell’era in cui la comunicazione
è tutto o quasi siete l’unico club tra i venti delle due leghe maggiori a non
aver investito in marketing e comunicazione. Una scelta o una disattenzione
?
“Presto il sito sarà rinnovato con un look differente. Ci sarà occasione anche per incontrare gli sponsor”.

Una traccia per il futuro del campionato: come finirà:
in testa e in coda ?
“Aarau promossa sul campo per solidità storica e strutturale. La SFL ne sarà sicuramente contenta.
In coda il Locarno si salverà. Questo significa ‘altra squadra arriverà decima. Non mi interessa quale sarà perchè penso solo alla mia. La SFL sarà un po’ meno contenta e continuerà a sostenere che quattro squadre ticinesi in Challenge League siano troppe!”.

DP

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