Oltralpe fa ancora discutere l’episodio che ha deciso la sfida di domenica pomeriggio del Kybunpark tra San Gallo e Lugano a favore dei bianconeri. Se l’intervento falloso di Tim Staubli su Roman Macek è evidente e sotto gli occhi di tutti, ciò non lo è per il capo degli arbitri svizzeri Daniel Wermelinger!
L’ex-fischietto confederato, contattato dal Blick in relazione all’articolo di lunedì dello stesso quotidiano confederato, che aveva letteralmente definito «un regalo» il solare calcio di rigore concesso ai ticinesi, si è espresso a favore degli svizzero-orientali, quasi scusandosi di quello che ha definito «un errore» dell’addetto al VAR, Alain Bieri. In un’intervista rilasciata alla rivista sangallese (!) SENF, il 49enne argoviese ha spiegato con parole sue, cercando di aggrapparsi sui vetri, le modalità che hanno indotto il suo conterraneo a indicare il punto del dischetto: «L’arbitro non ha visto il contatto e lo ha comunicato al VAR. Questo ha portato all’intervento del VAR, un tocco nella zona dei piedi è stato responsabile della caduta del giocatore luganese. Come è noto, l’arbitro può decidere dopo aver consultato le immagini televisive se vuole o meno ribaltare una propria decisione. Quindi, in questo caso non è stato come se fosse il VAR a decidere di assegnare il rigore».
Dopo queste frasi che sembrano dare ragione ai sottocenerini, il prosieguo della dichiarazione è completamente diverso e, a dover raccontare il vero, un controsenso: «Nei colloqui del dopo-gara, anche Alain Bieri, l’addetto al VAR, sii è rammaricato del suo errore. Siamo giunti alla conclusione che, nonostante l’arbitro non abbia visto il contatto, l’intervento non era necessario. La decisione di lasciar correre il gioco non è stata sbagliata». A questo punto, è lecito domandarsi se il Lugano, che merita la seconda piazza in classifica, inizi a dare fastidio a qualcheduno che vive Oltralpe. Noi, una risposta l’abbiamo già.
Altro che regali ai bianconeri… Il contatto tra la gamba sinistra del calciatore locale e quella sinistra del centrocampista ceco c’è e nessuno può negarlo. Se nell’immediato il direttore di gara Fedayi San non ha valutato come possibile penalty tale ostruzionismo, può starci. Non può starci, e non ce ne capacitiamo, il fatto di continuare ad asserire che chi ha richiamato l’arbitro a osservare le immagini televisive abbia sbagliato. Questo non è ammissibile! Perché adesso i piani alti si scusano a mezzo stampa con il San Gallo, mentre dopo il calcio di rigore negato al Lugano a Sion (mani di Ayoub Abdellaoui), nessuno ha battuto ciglio? In futuro qualcuno, anche se dubitiamo fortemente trattandosi di una formazione ticinese in causa, dovrà rispondere a ciò.