Se ne va la favola Chapecoense

scritto da awsu

Chapecoense

Non c’entra nulla con il calcio elvetico ma non potevamo fare finta di niente. Quest’oggi è un giorno triste per tutti gli amanti del calcio, a prescindere dal proprio credo, dai risultati e dai colori che tutti noi amiamo.

Ieri sera, verso le 22.00 (ora colombiana), l’aereo con a bordo l’intera squadra brasiliana della Chapecoense, è precipitato mentre si stava recando a giocare la finale di di Copa Sudamericana, in programma mercoledì 30 novembre.
Dalle prime frammentarie informazioni sarebbero solamente 4 i sopravvissuti all’impatto (due giocatori, un giornalista e uno steward); un’intera squadra spazzata via in pochi minuti in una tragedia che subito ci rimanda ad altri simili drammi del passato: dal Grande Torino, scomparso nel 1949 a Superga, alla nazionale dello Zambia che nel 1993 si inabissa tornando dalla Coppa d’Africa, fino al 7 settembre 2011 con la squadra russa di hockey su ghiaccio del Lokomotiv Yaroslavl che si schianta dopo il decollo.

Tornando a quanto accaduto questa notte, la commozione è tangibile se si pensa che questo giovane club ha poco più di quarantanni di vita e che solamente nel 2009 militava in Serie D. Dopo un cammino esaltante, di quelli che piacciono a noi, dove le piccole si ritagliano un posto nella storia delle potenze del calcio eccola qui la Chapecoense che elimina il San Lorenzo in semifinale e se ne va a giocarsi la sua prima finale della storia di quella che da noi è L’Europa League.

Il sogno di moltissimi giovani calciatori, di un’intera città e dei suoi tantissimi tifosi, finito troppo presto.