Regolamento, quale valore giuridico?

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È noto: per ogni sport è previsto un regolamento, il cui rispetto è garantito dall’operato di uno o più arbitri (fatta eccezione per l’“Ultimate).
Da un punto di vista giuridico, le norme che regolano lo svolgimento delle partite sono assimilabili a quelle che governano le relazioni sociali?

La risposta è “nì”: no, perché le regole in questione (e le eventuali sanzioni, come ad esempio le espulsioni) si applicano solo al gioco in corso; sì, perché violazioni gravi (che possono anche causare lesioni corporali) possono avere conseguenze giuridiche anche importanti.
Alla luce di queste considerazioni, i regolamenti sportivi possono essere definiti come “fenomeni infra-giuridici”.

Quanto scritto precedentemente serva a ricordare che il calcio è un gioco e costituisce in un certo modo una dimensione a sé stante, tuttavia ad ogni azione, che può danneggiare la vittima ma anche l’autore, corrisponde una conseguenza. L’invito è quello di giocare usando la testa, oltre ai piedi, e di rispettare tutti gli altri: arbitri, giocatori avversari, compagni, spettatori, dirigenti.

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