Profili: Andrea Nieri (5)

scritto da Davide Perego

di Davide Perego

Ormai da molti anni seguo con sempre maggiore interesse il calcio di 1L. Ho maturato la convinzione che questo mondo incarni veramente il meglio di certa tradizione che ha contagiato intere generazioni. Andrea Nieri, ragazzo dal volto buono, con gli occhi di chi senza il calcio non potrebbe proprio starci, ha catturato la mia attenzione. Non avendo un direttore al quale chiedere consensi, il difensore del FC Rapperswil-Jona è diventato il bersaglio per questa quinta puntata di “profili”. Da Ivan Ergic a Paolo Malnati, passando per Patricio Bustamante e Filippo Teseo. Nel lessico di Andrea ci sono tutti gli ingredienti per non restare indifferenti alla sua storia. Una come tante altre. Non tutti apprezzeranno la struttura a suite (classica) di questa nuova puntata, ma il collage che si snoda attraverso le parole del nostro mi hanno convinto che l’intuizione non sia stata poi così sbagliata.



Andrea Nieri (15-04-1989 FC Rapperswil-Jona)
Ragazzo semplice. Il classico “acqua e
sapone”. Stakanovista per amore del gioco: il calcio. I motori (Karting e F1) a fare da cornice. Una fidanzata – Federica – insieme alla famiglia, la sicurezza di una vita ancora tutta da giocare. 
Il calcio
Andrea Nieri, livornese, nasce calcisticamente nell’ A.C.Pisa Calcio, dove a partire dagli otto anni segue tutta la trafila delle giovanili fino a tagliare il traguardo della convocazione in prima squadra. Nella città “rivale” Andrea incontra Piero Braglia che lo lancia nel torneo di Serie C1. Nel maggio del 2008, di fronte a 39.000 spettatori, Nieri debutta in Serie B agli ordini di Giampiero Ventura: da quel Bologna – Pisa, trampolino di lancio per una prevedibile carriera di alto livello, sono passati poco più di cinque anni.  
” L’anno successivo cambia il Presidente e si rinnova la dirigenza. Da Pisa, mi
mandano in prestito in serie D, e da quel momento inizia il mio percorso di giramondo nel calcio semi-professionistico di Lega Pro. Prima di approdare in Svizzera
ho fatto una breve esperienza (sei mesi) nella massima serie in Romania con il FC Timisoara  allenato da Cosmin Contra”.
La Svizzera
” Sono arrivato in Svizzera tramite il mio agente Stefano
Barattin. Appena ho conosciuto i dettagli di questa opportunità ho deciso di coglierla al volo”.
L’ azienda “Italia” sta
conoscendo i primi sintomi di una crisi sociale, politica ed
economica, quando Andrea sceglie di giocarsi la propria passione per il calcio in Svizzera. Una paese in caduta libera ed oggi ancora alla ricerca di una soluzione per le proprie (enormi) contraddizioni contro uno leale, coerente e ancora immune da quel malessere che si respira
quotidianamente nel “bel paese”.
” Il primo impatto con la terra Svizzera e’ stato positivo:
sono stato accolto in modo ineccepibile dalla societa’ e dai miei compagni di
squadra. Ho dovuto abituarmi alle difficoltà linguistiche,
culturali e calcistiche, ma non e’ stato difficile. La Prima Lega ha sicuramente un buon livello. Tutto molto diverso rispetto all’Italia. E’ difficile
fare paragoni tra i due mondi calcistici: sicuramente si corre molto di più! Nel corso della stagione appena trascorsa la squadra che più mi ha impressionato è stata lo Zugo 94, sia a livello tecnico-tattico che
atletico, una spanna sopra le altre…”.



FC Rapperswil-Jona

” La mia esperienza a Rapperswil la considero sicuramente
positiva: ho giocato praticamente tutte le partite da titolare con entrambi gli allenatori. Purtroppo, per quanto
riguarda la nostra squadra, le aspettative erano altre… I risultati importanti ci
sono stati – vedere le vittorie contro Cham e Wettswil – ma anche qualche tonfo
inaspettato. Non abbiamo saputo dare continuità ai buoni risultati e questo è stato il nostro principale problema. Forse la  giovane età media della squadra potrebbe essere un alibi, ma in
campo ci siamo andati noi e quindi niente bugie”.
Già. Un Rapperswil-Jona ancora una volta inferiore alle attese e in realtà mai in corsa per la promozione. Nemmeno la scelta di passare da Wolfesberger a Nogic – inizialmente apparsa molto positiva – ha saputo cambiare la rotta del torneo di Nieri e compagni che infine si sono dovuti accontentare di un modesto settimo posto a sedici punti dalla coppia di testa. 
Influenze
Ci sono tre o quattro persone a risultare influenti nella carriera di Andrea Nieri. Sicuramente la prima e’ Pasquale Padalino. Ai tempi
della serie B – a Pisa – era il secondo di Giampiero Ventura. 
” Bene, ogni giorno, a fine allenamento,
lui mi faceva fare un’ora supplementare. Ero morto sfinito e in un
certo senso non capivo a cosa servisse stare due ore e mezza in campo. Lo capii a fine campionato. Grazie a Pasquale coronai uno dei miei sogni”.
La seconda persona e’ il mister Giampiero Ventura, per ovvi motivi. 
“Ad ogni allenamento era una lezione di calcio e di
vita, tatticamente fenomenale: io lo chiamo il mago! Era quasi impossibile
sbagliare una partita con i sui allenamenti!”.
La terza persona e’ un allenatore di
seconda, terza fascia , ma solo sulla carta: Gianluca Brovia. 
” Un
semplice ragazzo, motivatore, molto preparato a livello calcistico, ma
sopratutto una grande persona a livello umano.. ho ancora oggi un rapporto di
amicizia, per me del tutto innaturale con un allenatore”.
Infine, Stefano Barattin.
” Persona leale e corretta, conosciuto
quasi per caso tre anni fa.. un incontro  molto importante per me”.
Il futuro
” Un futuro senza calcio non riesco ad immaginarmelo! Ho
fatto, e tutt’ora sto facendo tanti sacrifici per il mio lavoro, la mia
passione, e per niente al mondo rinuncerei. E’ anche vero che non e’ più il
calcio di una volta, purtroppo (o per fortuna) certe cifre non
girano più e sempre più spesso, i piccoli calciatori come me, devono affiancare
il lavoro al calcio, per poter andare avanti. La Svizzera (per fortuna) e’ ancora
un “paradiso” rispetto alle altre nazioni. La crisi si avverte in scala minore e l’idea di avere un lavoro non è come altrove un’ utopia. Il mondo sta cambiando, chi non avrà problemi ad adattarsi, si
trovera’ sempre meglio……”.

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