di Davide Perego
Andrea Nieri (15-04-1989 FC Rapperswil-Jona)
sapone”. Stakanovista per amore del gioco: il calcio. I motori (Karting e F1) a fare da cornice. Una fidanzata – Federica – insieme alla famiglia, la sicurezza di una vita ancora tutta da giocare.
mandano in prestito in serie D, e da quel momento inizia il mio percorso di giramondo nel calcio semi-professionistico di Lega Pro. Prima di approdare in Svizzera
ho fatto una breve esperienza (sei mesi) nella massima serie in Romania con il FC Timisoara allenato da Cosmin Contra”.
Barattin. Appena ho conosciuto i dettagli di questa opportunità ho deciso di coglierla al volo”.
conoscendo i primi sintomi di una crisi sociale, politica ed
economica, quando Andrea sceglie di giocarsi la propria passione per il calcio in Svizzera. Una paese in caduta libera ed oggi ancora alla ricerca di una soluzione per le proprie (enormi) contraddizioni contro uno leale, coerente e ancora immune da quel malessere che si respira
quotidianamente nel “bel paese”.
sono stato accolto in modo ineccepibile dalla societa’ e dai miei compagni di
squadra. Ho dovuto abituarmi alle difficoltà linguistiche,
culturali e calcistiche, ma non e’ stato difficile. La Prima Lega ha sicuramente un buon livello. Tutto molto diverso rispetto all’Italia. E’ difficile
fare paragoni tra i due mondi calcistici: sicuramente si corre molto di più! Nel corso della stagione appena trascorsa la squadra che più mi ha impressionato è stata lo Zugo 94, sia a livello tecnico-tattico che
atletico, una spanna sopra le altre…”.
positiva: ho giocato praticamente tutte le partite da titolare con entrambi gli allenatori. Purtroppo, per quanto
riguarda la nostra squadra, le aspettative erano altre… I risultati importanti ci
sono stati – vedere le vittorie contro Cham e Wettswil – ma anche qualche tonfo
inaspettato. Non abbiamo saputo dare continuità ai buoni risultati e questo è stato il nostro principale problema. Forse la giovane età media della squadra potrebbe essere un alibi, ma in
campo ci siamo andati noi e quindi niente bugie”.
della serie B – a Pisa – era il secondo di Giampiero Ventura.
lui mi faceva fare un’ora supplementare. Ero morto sfinito e in un
certo senso non capivo a cosa servisse stare due ore e mezza in campo. Lo capii a fine campionato. Grazie a Pasquale coronai uno dei miei sogni”.
vita, tatticamente fenomenale: io lo chiamo il mago! Era quasi impossibile
sbagliare una partita con i sui allenamenti!”.
seconda, terza fascia , ma solo sulla carta: Gianluca Brovia.
semplice ragazzo, motivatore, molto preparato a livello calcistico, ma
sopratutto una grande persona a livello umano.. ho ancora oggi un rapporto di
amicizia, per me del tutto innaturale con un allenatore”.
quasi per caso tre anni fa.. un incontro molto importante per me”.
fatto, e tutt’ora sto facendo tanti sacrifici per il mio lavoro, la mia
passione, e per niente al mondo rinuncerei. E’ anche vero che non e’ più il
calcio di una volta, purtroppo (o per fortuna) certe cifre non
girano più e sempre più spesso, i piccoli calciatori come me, devono affiancare
il lavoro al calcio, per poter andare avanti. La Svizzera (per fortuna) e’ ancora
un “paradiso” rispetto alle altre nazioni. La crisi si avverte in scala minore e l’idea di avere un lavoro non è come altrove un’ utopia. Il mondo sta cambiando, chi non avrà problemi ad adattarsi, si
trovera’ sempre meglio……”.