MISTER X – Capitolo 33, Tazio Peschera “Esordì in Seconda Interregionale a 42 anni grazie a mister Ivan Parini”

scritto da Roberto Colombo
Tazio Peschera, allenatore del Gambarogno Contone (Seconda interregionale)

L’allenatore del Gambarogno Contone: «Non conosco scaramanzie, solo modi di sentirsi bene con sé stessi. Balerna in Seconda lega e Ibach in Interregionale le mie bestie nere. Speriamo che il calcio ritorni presto per ridarci quella condivisione che solo lo sport sa regalare».

CONTONE – Con la nostra serie di mini interviste MISTER X vi accompagneremo alla scoperta degli allenatori (e non solo) del calcio regionale, tratteggiandone un ritratto più intimo attraverso le loro stesse parole. Buona lettura, se vi va. Capitolo 33: Tazio Peschera allenatore del Gambarogno Contone (Seconda interregionale).

Mister raccontaci, che giocatore eri e il tuo ricordo più bello? «Sono nato come centrocampista esterno, più di quantità che di qualità (sorriso). Tra le mie caratteristiche migliori direi la determinazione e il senso tattico. Successivamente, quando sono arrivato in Ticino, mister Ivan Parini mi trasformò in terzino affidandomi la zona laterale destra nella sua difesa a quattro dell’allora Vezia (attutale Vedeggio). Da giocatore il ricordo più bello è stata la vittoria del campionato di Terza lega (e relativa promozione in Seconda) proprio con il Vezia nell’ormai lontana stagione 2000/01 (20 anni fa). Indimenticabile – continua mister Peschera – è stato però anche il mio esordio in Seconda Interregionale con la maglia del Vedeggio, sempre sotto la guida di mister Parini. Fu davvero un giorno incredibile perché in quegli anni di Vedeggio io ero principalmente il vice di Parini, quindi non un giocatore al 100% bensì un allenatore e in allenamento facevo solo qualche partitella per tenermi in forma, mentre la squadra era imbottita di giovani. Ricordo che lottavamo per la salvezza e io avevo già 42 anni, ma quando mancavano 20 minuti alla fine di una partita complicatissima, giocata in trasferta contro una squadra della Svizzera tedesca, mister Parini mi richiamò senza preavviso e mi disse di entrare. Mi mandò in campo come difensore centrale per guidare la difesa contro gli assalti avversari, che ci stavano mettendo alle corde. Quella partita terminò con un buonissimo 0-0. Non so proprio dove Parini trovò il coraggio di schierarmi, ancora oggi non riesco a spiegarmelo, ma per me fu motivo di grande orgoglio: fu davvero uno dei momenti più belli della mia carriera. Purtroppo però, nonostante quello 0-0, a fine anno retrocedemmo e mister Parini lasciò il suo incarico, così il Vedeggio decise di affidare a me la sua panchina e io poi rimasi lì altri 5 anni come primo allenatore».

Il tuo rituale scaramantico (da allenatore)? «…nessun gesto scaramantico, solo qualche sigaretta consumata troppo in fretta (risata); non conosco scaramanzie, ma solo modi per sentirsi bene con sé stessi».

Squadra bestia nera (da allenatore)? «Non saprei spiegarne il motivo, ma penso che tutti gli allenatori (chi più e chi meno) abbiano le proprie squadre bestia nera. La mia in Seconda Lega era il Balerna contro la quale ci sono stati sempre pochi sorrisi, mentre in Interregionale è l’Ibach: un vero e proprio tabù che prima o poi andrà sfatato».

Sarebbe bello allenare di nuovo… «Ho avuto la fortuna di allenare in passato molti giocatori davvero forti tecnicamente, ma anche molti altri che tecnicamente non era così bravi, ma impressionanti a livello mentale, e tuttora continuo a farlo anche con il mio Gambarogno Contone. Fare nomi non è corretto per il legame che ho con ognuno dei miei giocatori e perché sono talmente tanti che avrei davvero l’imbarazzo della scelta».

Forse non sarà GAMBAROGNO CONTONE a vita, ma… «…ma l’importante ora è che il gioco del calcio torni al più presto, così da riportarci quella normalità e quella voglia di condivisione che solo lo sport sa dare. Purtroppo però oggi vedo ancora questa strada parecchio in salita. Spero davvero di sbagliarmi».

To be continued…

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