Il Chiasso di ieri e oggi

scritto da Redazione

di Ariele Mombelli
Il Chiasso continua a stupire: dopo cinque giornate è in vetta in solitaria alla Challenge League. Che bella favola verrebbe da dire. Già, perché  solo qualche mese fa stavamo parlando di tutt’altro, di una salvezza sudata e per nulla scontata. Ma dove sta la verità? Qual è il vero Chiasso? Quello di oggi o quello di ieri? Difficile da dire. L’ossatura della rosa rispetto lo scorso anno è rimasta invariata. Certo, sono arrivati giocatori che si stanno dimostrando acquisti azzeccati come Cortelezzi e Ciarrocchi. Nove undicesimi della formazione che Schällibaum reputa titolare sono però elementi già presenti lo scorso anno, che hanno vissuto momenti difficili. Di certo non possono essere stati i soli Cortelezzi e Ciarrocchi ad aver portato la squadra dall’ultimo al primo posto della nostra categoria, la Challenge League.  

L’impressione è che gli stessi giocatori, toccato il fondo nella tragica sfida contro il Le Mont la scorsa stagione, abbiano fatto quel clic mentale che nel calcio può significare tanto. Il sergente di ferro Schällibaum è stato fondamentale ed è l’artefice principale dei successi di oggi. Lo zurighese sembra far parte della famiglia rossoblu da anni, quando invece è giunto al Riva IV solo ad aprile. Impressionante il suo bilancio: quindici partite, sei vittorie, otto pareggi e una sola sconfitta. Il Chiasso non sa cosa significhi perdere. Ciò che più meraviglia è però il modo di porsi di Schälli. La sensazione è che sia proprio l’uomo ad aver fatto la differenza, piuttosto che l’allenatore. Il tecnico è alla guida della squadra ma soprattutto di un gruppo affiatato. La situazione a Chiasso è semplice: quando c’è da scherzare si scherza, quando c’è da lavorare si lavora.
Lo scorso anno con Zambrotta, un gran signore, non funzionava esattamente così: l’italiano non era “amico” dei giocatori, era un pesce fuor d’acqua che mai è riuscito a calarsi al 100% nella realtà chiassese. Fortunatamente però chi di dovere se n’è accorto in tempo. Se così non fosse stato probabilmente staremmo scrivendo di un bel Chiasso, si, ma capolista di un’altra categoria, la Prima Lega Promotion. Ringraziare Schälli dunque, sperando che resista alla tentazioni bernesi. Perché il Chiasso perderebbe la guida più preziosa di ciò che oggi pare un miracolo, ma che a breve potrebbe diventare più di una semplice sorpresa.

Leggi anche questi...