Un bell’articolo su quel gruppo di tifosissimi del Mendrisio che hanno deciso di non seguire più le partite della loro squadra.
Tra improbabili tempeste di neve, fantasmi di un Gottardo con le porte spesso chiuse, fate di Halloween e il cuore del furgone sempre più incerottato, la FATTANZA ti ha sempre raccontato il calcio. Lo ha fatto nell’unico vero modo possibile: andare lì, davanti a un campo, camminare a fianco dei propri giocatori, sostenerli e accontentarsi di una stretta di mano comunque siano andate le cose.
Mica roba per tutti. Passo veloce, ricordi a denti stretti, storie che meriterebbero tutte quante una versione ufficiale: alcune sono delle ninnenanne, altre qualcosa di un po’ meno romantico, ma sempre e comunque a difesa dei propri colori e spesso di diritti violati. Per la squadra è stato come essere dentro un film. Nessun club di Prima Lega o forse al massimo un paio, hanno avuto un seguito così numeroso da 12 anni ad oggi.
Il FC Mendrisio può vantare di essere stato il club con il maggior numero di chilometri da percorrere nell’arco di un campionato e con il pubblico più numeroso in trasferta. Mendrisio: città di padri e figli; città ubriaca di euforia; città che guarda il mondo muoversi dai finestrini di un treno dove all’interno tutto sembra perfetto. Mendrisio: città che vive improvvisa lacerazione tra presente e futuro, ma senza dare troppa importanza a una FATTANZA che dopo aver segnato il tempo lascerà il passo per andare a letto presto.
E’ momento per celebrare, sorridere, svuotare a memoria pensieri e ricordi. E’ tempo che anche l’odio sia chiuso in un cassetto. Si dice a ragione che per fermarli qualcuno abbia fatto di tutto, ma ancora una volta saranno amore e passione a vincere la partita. La ruota ha smesso di girare. Ci sarà ora poco o niente di cui discutere e a San Gallo si è già sentito un vuoto allo stomaco: grazie di tutto meravigliosa FATTANZA! Che sia un arrivederci e non un addio!
