Sia benedetto Paul Wolfisberg

scritto da Davide Perego

Sia benedetto Paul Wolfisberg.
Prima di tutto perché su quel 2-1 all’Inghilterra del 30 maggio 1981 ho costruito i miei sogni di ritardato adolescente. In secondo luogo perché se a poche settimane dal trentennale di quel caldo pomeriggio nel vecchio St.Jakob Park riesco ancora ad avere nella mente le reti di Scheiwiler e Sulser, significa che sono maledettamente fortunatamente malato.
Non vuole esserci nessun sentimento dominante in questo postumo discorso. Spiace per quelli che sono arrivati generazionalmente tardi, a cose fatte, quando il calcio non era ancora una maceria mediatica trasformata in oro da un finto progresso.
Delle 50 partite tonde tonde della Nazionale diretta dall’architetto nato ad Horw nel 1933, metto in cima ai ricordi la vittoria con l’Inghilterra seguita a ruota da quella dell’Olimpico firmata  Elsener del 27 ottobre 1982.
Sabato scorso, l’Associazione “Remenbers The Legend”, presieduta dall’ex portiere del Lucerna Gody Waser, ha voluto premiare l’ex tecnico della nazionale rossocrociata nel corso di una serata cerimoniale a base di musica ed animazione che si è tenuta alla Loppersaal di Hergiswil alla presenza di altri campioni dello sport rossocrociato e di un folto numero di appassionati.

Da calciatore, Paul Wolfisberg debuttò in Lega Nazionale A all’età di 18 anni. Nel 1960, per l’esattezza l’otto maggio, alzò la Coppa Svizzera davanti ai 30.000 spettatori del vecchio Wankdorf da capitano del Lucerna, vittorioso di misura con il Grenchen, grazie ad una rete di Blattler ad otto minuti dal termine.

Il primo incarico di Wolfisberg nel ruolo di allenatore fu offerto dallo SC Buochs nel 1966 e rimarrà negli annali per la storica promozione in LNB. Nonostante il desiderio di dedicarsi a tempo pieno alla propria professione, Wolfisberg allenò in sequenza anche Kriens e Lucerna prima di sedersi sulla panchina della Nazionale il 24 marzo 1981 a Bratislava (Cecoslovacchia – Svizzera 0:1 rete di Botteron) per restarci fino al 10 novembre 1985 (Svizzera-Norvegia 1:1).
L’adolescente malato è già un adulto sano nel 1989 e non ricorda conseguentemente nulla della 51esima ed ultima panchina di Wolfisberg, chiamato a gettone per dirigere la nazionale il 7 giugno a Berna proprio con la Cecoslovacchia (0:1), squadra che apre e chiude un discorso lungo 15 vittorie, 16 sconfitte e 20 pareggi. 
Siano benedetti coloro che lo hanno voluto ricordare e anche chi scattò quella meravigliosa foto che sperando di non dover pagare alcuna penale, ho scaricato dalla rete.

DP

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