CHIARO-SCURO ROSSOBLU

scritto da Davide Perego

di Ruggero Glaus (da www.ilmiochiasso.com)
L’ho provato sulla mia pelle durante una carriera ultratrentenne. Nel calcio è sconsigliabile allacciare rapporti affettivi. Arriva sempre un momento di un distacco a volte addirittura traumatico e a seguire, si perdono inesorabilmente le tracce di potenziali amici. Dico questo, poiché in cuor mio, mi spiace profondamente per Gianluca Zambrotta, non tanto per l’allenatore, quanto invece per l’uomo. Un uomo vero, che dato il suo trascorso da calciatore, si sarebbe potuto tranquillamente proporre a Chiasso con atteggiamento presuntuoso. Nulla di tutto ciò, anzi, è successo l’esatto contrario. Gentilezza, umiltà, disponibilità al dialogo e mai sopra le righe, neppure nei momenti più critici, da lui vissuti in qualità di tecnico.
Sul campo purtroppo ha fallito, ma al di fuori del rettangolo erboso, si può dire che abbia impartito a tutti noi, una lezione di vita ed è per questo, che avendo apprezzato l’uomo, mi da fastidio accettare l’idea dell’allenatore perdente, che durante la dura contestazione al Riva IV, aveva persino espresso il desiderio di rimanere anche in caso di malaugurata retrocessione. Con lui, probabilmente la Prima Lega era decisamente alla portata e quindi, era ovvio che occorreva correre ai ripari. A parer mio, lo si doveva fare anticipatamente e lo dico, una volta di più con un groppo in gola. Personalmente non ho avuto un rapporto stretto con lui, tuttavia, mi è bastato seguirlo e vederlo all’opera per rendermi conto della grandezza dell’uomo e della difficoltà del tecnico. Non so a voi, ma a me, Gianluca Zambrotta, lascia un’impronta positiva, che esula logicamente dall’aspetto calcistico. Ecco perché in apertura del pezzo, sottolineavo il fatto che nel mondo “pallonaro” è bene non approfondire i rapporti per evitare appunto delusioni. Mi era già capitato in passato di cascarci e credevo di essere ormai immune, ma non potevo prevedere che un ex campione del mondo, giungesse a Chiasso per imporsi dal lato umano, lasciando perplessi dal profilo professionale in veste di neo-tecnico. Auguro a Gianluca Zambrotta una luminosa carriera, ma anche se non dovesse essere, l’uomo per conto mio, ha già vinto un altro mondiale.

1 commento

Davide
Davide 9 Aprile 2015 - 18:05

Condivido, anche se non sono convinto del tutto che le colpe di Zambrotta siano state così evidenti. Credo sempre – quando una situazione diventa difficile come quella del Chiasso – che alla base vi siano gravissime responsabilità in primo luogo dei giocatori. Non a caso – leggendo la rosa – chiunque avrebbe fatto carte false per salire in sella al Chiasso in questa circostanza. Certe separazioni diventano inevitabili e conseguentemente difficili quando hai a che fare con una persona modesta, umile e dallo spessore umano notevole. I mali del Chiasso hanno radici molto profonde e personalmente ho scritto dall'inizio quale fosse a mio avviso il problema numero uno. Ora conta solo lavorare con tranquillità. La serietà non è mai stata in discussione. Però…credo sia giusto che certi elementi cambino atteggiamento: per il bene del Chiasso e per il futuro della loro stessa carriera professionale. DP

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