CHIARO-SCURO ROSSOBLU

scritto da Davide Perego

di Ruggero Glaus (da www.ilmiochiasso.com)
Non ero a Winterthur ma c’ero invece al Riva IV per la sfida con l’ex capolista.Ebbene, dopo una decina di minuti mi son dovuto stropicciare gli occhi, poiché mi è parso di assistere ad una resurrezione. Quelli che avevo “pomposamente” definito dei cadaveri, sgambettavano in campo che era un piacere. Quella che tutti ritenevamo una truppa allo sbando, si stava invece rivelando una vera squadra, unita, compatta, determinata come non mai. Colui che in panchina era sin troppo passivo, ora ha lasciato il posto ad un altro che addirittura ha rischiato di farsi mandare in tribuna. Se non è una resurrezione, perlomeno è una rivoluzione. Concedetemelo: lo andavo predicando da lunga pezza e se si fosse stati più tempestivi, probabilmente oggi, la squadra si troverebbe qualche gradino sopra in una graduatoria, che ironia della sorte, a sbafo del netto miglioramento, ci sta persino penalizzando al punto che, il “diavolo” è a una sola lunghezza. Comunque, così ci siamo per cui, paradossalmente aumenta la fiducia, quella fiducia che avevamo tutti calpestata e insabbiata fino all’altro ieri.
Non c’è ancora la quadratura del cerchio, ma forse basta anche a questo modo. Non c’è poiché, la sterilità offensiva è cosi cronica da renderci ormai realisti sulla stitichezza di un reparto offensivo, che Regazzoni a parte è inconsistente, all’immagine di un Junior Vicosa, giunto da noi come un Messia, ma che purtroppo si sta rivelando un comune mortale persino scarso, almeno cosi è finora. Diamogli ancora qualche chanches. In fondo anche i moribondi Maccoppi, Diarra e Hassell, sull’orlo della tomba, hanno pensato bene di evitare la sepoltura, richiamati all’ordine da un sergente di ferro che ha rimpiazzato un campione del mondo tanto buono, quanto un pezzo di pane. A proposito di urla. Guatelli mi ha confidato di averla chiamata quella palla, ma il buon Madero aveva già deciso di ragionare con la testa. Non ne sono cosi convinto ed anzi penso, che il „richiamo“ del portiere, lo avremmo dovuto sentire anche noi in tribuna. Andrea, se ti dovesse succedere un’altra volta, facci tremare sui seggiolini, cosi, come ci fai vibrare con i tuoi splendidi ed efficaci interventi.
L’altro portiere in campo, il Frick del Servette, mi dovrebbe spiegare come ha fatto ad intercettare quella sventola di “Rega” in epilogo. Intuito? Fortuna? Dubbi che il calcio lascia per strada e che quindi, non troveranno mai una risposta. A noi però interessa la risposta del Chiasso versione Schällibaum e qui di dubbi, non ce ne sono più. Con questo atteggiamento, possiamo davvero dire che ce la giochiamo con tutti e che la salvezza non costituisce un mezzo miracolo, bensì la logica conseguenza dell’effettivo valore di una squadra in origine concepita per trastullarsi in acque tranquille, ben lungi da quella tempesta che ha imperversato fino a poco tempo fa. 

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