SFC: Il Servette di Sébastien Fournier ha già tutti gli occhi addosso

scritto da Davide Perego
Qualche giorno fa il Giornale del Popolo ha dato risalto alla squadra più attesa del prossimo torneo di Challenge League. Analisi della favorita numero 1 per il prossimo campionato a due settimane dal via a cura di Pierluigi Giganti. Molti ancora i punti interrogativi, anche se
intanto è stato trovato il nuovo DS e – proprio oggi – sono stati ufficializzati gli arrivi di Igor Tadic e Neven Markovic (Foto SFC.ch). Si ringrazia la redazione sportiva della testata ticinese per averci concesso la pubblicazione dell’approfondimento.
di Pierluigi Giganti
GINEVRA 
Favorito d’obbligo. Difficile spendere un’etichetta
diversa per il Servette, ai nastri di partenza della prossima Challenge League. Rango e tradizione
sono effettivamente dalla parte dei granata. A ben guardare, però, non è tutto
oro ciò che luccica sulle sponde del lago Lemano. Una retrocessione, per quanto
annunciata da una stagione intera, non è mai semplice da metabolizzare; e quei
problemi di liquidità, lasciati in eredità dalla gestione Pishyar, non sono stati
spazzati via come d’incanto dal neo-presidente Quennec.

Anzi, la licenza per il
torneo che partirà fra meno di venti giorni è arrivata all’ultimo secondo e a
seguito di un colloquio-fiume tra il proprietario canadese e i vertici della
Swiss Football League.«Squadra da battere? Francamente non mi va di prendermi
una responsabilità del genere. Almeno non adesso. A organico
completo ne possiamo riparlare», è il pensiero – come sempre genuino e diretto –
di Sébastien Fournier, il confermatissimo allenatore dei Grenats. Sedici sono
infatti gli elementi in scadenza di contratto e parecchi i pezzi grossi che
hanno lasciato la barca ginevrina. Rüfli, Karanovic, Kusunga, Kossoko, Kouassi,
giusto per fare qualche nome. O i prestiti non rinnovati di Lang (tornato al Grasshopper)
e di Vitkieviez (prestato dal suo club, lo Young Boys, al San Gallo). Al
momento, il Servette è ancora un cantiere: senza un attaccante di peso – anche
se la pista che porta al ginevrino Roux (ex Bellinzona e Losanna) è calda – e
con una situazione finanziaria talmente fragile che la Lega ha richiesto controlli
dettagliati trimestrali. Una posizione fondamentale però, quella del direttore
sportivo, ha trovato il suo titolare proprio negli scorsi giorni: si tratta di
Loïc Favre, abile operatore di mercato e figlio dell’attuale allenatore del Borussia
Mönchengladbach. Da quando ha lasciato il calcio giocato a soli ventun anni, a
causa delle ripetute commozioni cerebrali (la sua ultima squadra fu il
Bellinzona), il ginevrino si è occupato di management sportivo all’interno del
gruppo nordamericano WFM. Insomma, è uno con i contatti giusti nell’ambiente e
dovrebbe sfruttare al meglio il budget di 4 milioni di franchi, un bijou per la
categoria. «Anche se Loïc fosse stato già operativo a tempo pieno in
precedenza, non credo saremmo riusciti a chiudere i dossier di trasferimento
che abbiamo attualmente in corso. Il campionato in Svizzera inizia veramente
presto, i giocatori interessanti preferiscono attendere per cercare magari di
spuntare un ingaggio in un torneo più prestigioso. Bisogna essere rapidi, ma
non precipitosi», chiosa saggiamente Fournier. Servono anche un pre paratore
fisico e un allenatore dei portieri; per quest’ultima posizione circola un nome
di prestigio, quello dell’ex numero uno della nazionale Pascal Zuberbühler. Gli
elementi da cui ripartire, comunque, ci sono. L’incedibile Moubandje, che
assicura spinta sulla corsia sinistra; il talentuoso Pasche, piedi delicati e
cervello finissimo; il brasiliano De Azevedo (si attende a breve la conferma
della sua permanenza), il cui piede mancino taglia come una lama affilata; e
l’ultimo arrivato – il laterale offensivo serbo Marinkovic – che vanta
esperienze in Israele e Grecia. A questi quattro pilastri si aggiungono due elementi che escono con le ossa
rotte e con l’etichetta di ripudiati dall’ennesima stagione folle del Sion,
rovinata dalla megalomania del suo presidente. Anthony Sauthier è un terzino
polivalente con il piglio da veterano nonostante sia solo ventiduenne, che sa
giostrare anche in mezzo al campo offrendo dinamicità e determinazione. Colui
che potrebbe diventare il leader del centrocampo del nuovo Servette è Didier
Crettenand, centoventi presenze tra le prime due categorie elvetiche, polmoni
capientissimi e tocco raffinato. Sono proprio i due ex biancorossi che
potrebbero scrivere un’altra pagina di successo nel romanzo dei vallesani che
hanno fatto la fortuna del Servette, da Brigger a Valentini a Barberis. Fino ad
arrivare proprio a Sébastien Fournier. «A parte una scappata a Sion (le prime otto
giornate dello scorso torneo di Super League, ndr) sono diciassette anni
ininterrotti che faccio parte del Servette. Avrei potuto lasciare la società
dopo la retrocessione, ma il presidente ha saputo trovare le parole giuste per farmi
rimanere, e io ho accettato perché mi sento il Servette dentro», aggiunge il
quarantaduenne di Nendaz. Per accarezzare il sogno della promozione, il
Servette ha davvero bisogno di ripartire da uno così: un vero cuore granata.

Leggi anche questi...