Calcio Femminile: Francesca Zanzi a 360°

scritto da Riccardo Vassalli

di Riccardo Vassalli

 
I primi passi, conciliati con i primi impreveduti calci ad un pallone, possono far nascere una passione. Col passare del tempo i calci al pallone non sono più casuali, ma curati e con il senso della direzione. La passione però rimane la stessa: il pallone. Una passione coltivata insieme ad altri coetanei, ma con questi coetanei c’è una piccola differenza: i connotati. Francesca Zanzi, ha sempre preferito quattro calci ad un pallone piuttosto ad attività prettamente femminili. Le prime partite coi maschietti del Rancate, poi il settore giovanile del Balerna Femminile, dove ha deciso di mettere i guanti e sbucciarsi le ginocchia, per difendere una porta.

All’ alba dei 20 anni, e la fascia da capitano sul braccio, il portiere ci ha gentilmente concesso un’ intervista dove parla del suo Balerna, del suo ruolo e molto altro ancora.



1. Raccontaci la prima parte di campionato del Balerna Femminile?

“Dopo un avvio di campionato difficoltoso, con 2 punti in 5 gare, ci siamo riprese infilando 5 partite utili consecutive e arrivando alla sosta natalizia con 15 punti (3 di vantaggio sulla retrocessione). Ciò è stato possibile soprattutto grazie alla compattezza del gruppo che, in linea di massima, non si è fatto prendere dal panico nel momento di difficoltà, ma ha continuato a lavorare.”

2. Da quando sei capitano, sono aumentate le tue responsabilità?

“Sicuramente la fascia ha portato maggiori responsabilità; per me è un piacere indossarla, soprattutto per la mia giovane età. In campo però non cambia molto, devo giocare e basta, dando il massimo. Non è una fascia a far la differenza, nei 90 minuti non ci si pensa. Approfitto di quest’occasione per ringraziare mister e compagne per la fiducia riposta.”

3. Il miglioramento in classifica della squadra è dovuto all’arrivo di Cora Canetta?

“Sicuramente l’arrivo di Cora ci ha dato una grande mano ma resto dell’idea che tutta la rosa sia indispensabile. A dimostrazione di ciò vi è che la prima vittoria stagionale è arrivata quando lei ancora non era tesserata (5-0 contro il Südost, allora capolista). Per quanto riguarda Cora, credo che la sua esperienza possa aiutarci, sia dal lato calcistico sia da quello mentale, che nel calcio fa tanto. Tutte noi possiamo imparare qualcosa da lei, anch’io come portiere.”

4. Cosa ti manca per essere un portiere completo?

“Un allenatore che sappia allenarmi (ride ndr) No scherzi a parte, un grande grazie al mio allenatore Giorgio, che durante questi anni (questo è il quarto ndr), ha fatto molto per me e mi ha sopportata. È molto esigente; pretende molto da noi portieri ma al tempo stesso ha molta pazienza: spiega e rispiega più volte, aiuta e ascolta. Ad allenamento comunque non manca mai il sorriso e le battute nei momenti di pausa si sprecano. Quest’anno inoltre non sono più da sola ad allenamento, si sono aggiunte Marta, Alyssa e Mary, le ultime due sono allieve. Perciò anche per me è più stimolante avere qualcuno con cui allenarmi e non essere sola. Con lui abbiamo lavorato cercando di migliorare gli aspetti in cui avevo delle lacune. Un tassello fondamentale che ci manca, sul quale stiamo lavorando, sono le uscite alte. Sono sicura che col tempo e la massima dedizione, riusciremo a completare questi obiettivi.”

5. A livello personale come giudichi il tuo girone di andata?

“Inizialmente ho faticato. Il mio andamento riflette un po’ quello della squadra. Nelle prime partite ho
commesso qualche imprecisione di troppo e ho perso un po’ di fiducia. In seguito mi sono ripresa e sono tornata sui miei livelli dando anche più sicurezza alle mie compagne. Devo imparare a essere più costante. Il portiere è in porta per parare e dare sicurezza: se non lo fa poi, ne risente tutta la squadra. Per il ritorno voglio essere più costante sull’arco delle undici partite. Devo essere maggiormente “decisiva” ai fini del risultato e questo posso esserlo solamente lavorando bene e migliorando il mio approccio alla partita. Tendo, infatti, a perdere la concentrazione per delle stupidate. Sotto quell’aspetto devo certamente migliorare.”

6. Chi è il tuo modello di portiere femminile?

“M’ispiro in particolar modo a Hope Solo, portiere degli Stati Uniti. A livello maschile apprezzo molto Handanovic.”

7. Secondo te, come si sta evolvendo il calcio femminile ticinese?


“È in crescita. Con lo sbarco del Lugano in serie A, il Ticino sta avendo maggiore visibilità. Il Lugano per esempio, in questo girone di andata, ha ottenuto risultati positivi; spero continuino su questa strada anche nel girone di ritorno, nonostante la lunga assenza di una pedina fondamentale come la Bergamaschi. Inoltre mi auguro che il Gambarogno si riprenda dopo un’andata al di sotto delle loro potenzialità. Vedo comunque che a livello di società non sempre raccoglie le giuste attenzioni, viene ancora troppo spesso “denigrato”, considerato inferiore. Ma questo col tempo arriverà. A volte la gente tende a paragonare il calcio maschile a quello femminile traendo delle conclusioni errate. Personalmente ritengo che non siano paragonabili ma siano due mondi differenti.”

Leggi anche questi...