Lugano, un avventura da ripetere

scritto da Redazione

ZemaneRenzetti-4È giunta l’ora. Lugano – San Gallo, calcio d’inizio a Cornaredo alle 20.30, vale una stagione intera. Stasera sapremo se i bianconeri manterranno il proprio posto in Super League, oppure se dovranno ripartire dopo un solo anno dal purgatorio della lega cadetta. Vada come vada, però, non si può dire che il Lugano non abbia fatto il suo. A soli 90′ dal termine della stagione, la squadra di Zeman è in corsa per la salvezza. Anzi. È in vantaggio, seppur per un solo punto, sull’ultimo posto sinonimo di retrocessione. Alzi la mano chi non avrebbe firmato per trovarsi in tale posizione ad inizio anno.
Un punto, quello in più sullo Zurigo, che potrebbe rivelarsi prezioso, come potrebbe non valere nulla. Un punto che oggi si trova tra le mura di Cornaredo e non tra quelle del Letzigrund, grazie a quella prova tutta corsa e coraggio che ha permesso ai bianconeri di sconfiggere proprio i tigurini e di scavalcarli in classifica. Un punto da proteggere, da difendere, da mantenere tale per ulteriori 90′ con le unghie, con i denti, pure con la forza della disperazione, per trasformare una stagione comunque positiva in un’annata di solo successo. Sì perché, come detto, il Lugano ha fatto tutto il possibile con i (limitati) mezzi economici e tecnici a disposizione. Ci sono stati errori, certo, dettati soprattutto dall’inesperienza di giocatori e presidente. Non si può dire, però, che non sia stato gettato il cuore oltre l’ostacolo. Ingrediente che, vale la pena ricordarlo, sta alla base di qualsiasi successo. Fare meglio, onestamente, sarebbe stato un vero e proprio exploit sportivo, quasi da premio Oscar. In fondo, è parola di Zeman: “Portare il Lugano alla salvezza rappresenterebbe l’impresa più grande della mia carriera”. Come dire: “Qualitativamente la rosa è scarsa, tale da rendere la salvezza la sfida più difficile da quando alleno, ma se siamo ancora in corsa è perché non molliamo di un centimetro”.
Seguire il Lugano è stato come sedersi su un ottovolante: su, giù, alti, bassi, grande velocità, brusche frenate. Un avventura che ha regalato un mix di emozioni che in Ticino non si vivevano ormai da tanto tempo. A tratti – vedi l’exploit allo Stade de Suisse contro lo Young Boys, il 4-1 rifilato al Grasshopper a Cornaredo oppure la semifinale di Coppa contro il Lucerna – ha regalato emozioni a non finire. A tratti, invece, ha fatto addirittura tenerezza: come dimenticare le scoppole subite contro Sion, Young Boys e Basilea? A tratti, poi, ha potuto contare sulla buona sorte, come testimoniano i fortunati sorteggi di Coppa Svizzera che gli hanno consentito di giungere indisturbato perlomeno fino alle semifinali. A tratti, vabbé. L’ultimo tratto è ancora da scrivere. Con la consapevolezza di aver il futuro nelle proprie mani. Poi, tutti pronti per un altro giro?