Luca Greco: a Chiasso per scelta e convinzione

scritto da Davide Perego

Luca Greco, volto già noto a Chiasso, approda alla Challenge League al termine di una stagione probabilmente indimenticabile con il Mendrisio-Stabio di Gatti e Malnati. L’occasione dettata dal trasferimento in rossoblu è di quelle da cogliere al volo per farne una presentazione ad ampio raggio di un giovane promettente e meritevole di attenzione.

Dopo le voci che ti avrebbero voluto a Locarno sei “tornato” a Chiasso. Da modesto ex giocatore ricordo che il primo giorno in un nuovo spogliatoio mi ha sempre fatto tremare le gambe. A te com’è andata?

Ti dirò che il mio primo giorno a Chiasso non ero affatto teso anzi, molto tranquillo, anche perche alcuni giocatori come Arnaboldi, Croci – Torti ed altri già li conoscevo e probabilmente questo mi ha aiutato.

Ventinove partite. Una media di quasi 80 minuti a gara in una squadra che ha giocato un buon calcio, capace di divertire con un modolo che in una precedente intervista avevi detto di amare moltissimo. Lasciare la Prima Lega per la Challenge League con il rischio di giocare pochino. Per un ragazzo nato nel 1991con il calcio nel sangue e la voglia di essere protagonista non è un passo azzardato ?

In Prima Lega ho avuto la fortuna di giocare tanto e mi è servito per fare un pò di esperienza, essendo ancora giovane non credo che sia una mossa azzardata andare subito in Challenge League anzi, al contrario, penso che sia la scelta migliore anche perche è un campionato piu seguito ed importante, senza togliere nulla alla categoria da cui provengo che è un ottimo campionato e nel mio caso anche un ottimo trampolino. Prima di venire a Chiasso ovviamente ho messo gia in preventivo che scendere in campo sarà molto ma molto più difficile ma non impossibile: cercherò di giocare al meglio le mie carte.

Un primo giudizio su Mister Raimondo Ponte e sul carico di lavoro che state affrontando in questi giorni nel bel mezzo di un clima non certo ottimale.

Raimondo mi sembra un ottimo allenatore molto serio e preparato. In questi primi giorni stiamo correndo molto anche perche rispetto alle altre squadre, essendo dei “neopromossi”, siamo un po indietro con la preparazione: sono abituato ad allenamenti molto duri come quelli che sto affrontando.

Da bambini sognamo di fare i lavori più strani. Oggi nel mio paese i maschietti vogliono diventare tutti calciatori e le femminucce tutte veline. Tu cosa sognavi di fare ?

Fin da giovanissimo e, ti sto parlando di quando avevo quattro-cinque anni, ho sempre sognato di fare il calciatore e non mi è mai interessato di niente di diverso dal calcio.

Non so se hai seguito la vicenda, per quanto se ne sia potuti entrare nel merito, però mi ha stupito l’addio al calcio di un atleta eccezionale quale Lior Etter che a ventanni ha convocato i giornalisti e ha annunciato che questa non è una vita che fa per lui. Aveva giocato 21 partite in Super League con il Lucerna ed era una promessa del calcio svizzero.

Non ho seguito molto la vicenda di questo giovane atleta ma ne ho sentito parlare. Beh devo dire che quando ho sentito questa notizia mi sono stupito: milioni di giovani sognano di essere al suo posto e lui quando praticamente ha il sogno in mano lo butta via così. Sono scelte ed io non me la sento di dire che sia giusta o sbagliata, ma credo che un giorno potrà pentirsene.

Tornando a te: cosa pensi ti mancherà di Mendrisio e quali potrebbero essere i tombini da schivare a Chiasso.

Del Mendrisio-Stabio mi mancherà sicuramente lo staff di persone che con me sono state eccezionali facendomi sentire ogni giorno come fossi a casa mia!
Più di tutto forse mi mancherà la fiducia del mio ex mister che ringrazio ancora molto! Cercherò di conquistarne altrettanta qui a Chiasso!
 
La squadra che avresti schierato contro l’Honduras se fossi stato Ottmar Hitzfeld.

La squadra che avrei schierato… beh piu o meno è la stessa però dal primo minuto penso che avrei messo Frei al posto di Nkufo.
Non credo comunque che questa eliminazione sia da attribuire a colpe dell’allenatore. Per una volta bisogna riconoscere che i giocatori non sono scesi in campo con la stessa voglia e la stessa grinta che con la Spagna ha permesso di ottenere un risultato storico altrimenti sarebbero passati tranquillamente!

PD

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