“Ho visto nascere il miracolo elvetico”

scritto da Davide Perego



di Massimo Schira

Essere chiamato in giro per l’Europa a tenere conferenze su come un Paese calcisticamente minuscolo come la Svizzera sia riuscito a vincere un titolo mondiale Under 17, un argento e un bronzo europeo Under 21 e a diventare un modello d’esportazione, per Bernard Challandes è stata una sorpresa fino ad un certo punto. Perché il 62enne neocastellano quello che definisce un “miracolo sportivo svizzero” l’ha visto nascere. Soprattutto quando, da tecnico della Under 21, portò per la prima volta i giocatori svizzeri ad ottenere grandi risultati sul piano internazionale. “In generale credo che alla base ci sia un mix di situazioni che hanno dato vita a questo momento di successo – racconta al Caffè -. I risultati non cadono certo dal cielo, ma sono frutto del lavoro di formazione portato avanti dalla federazione e dai club. Poi bisogna aggiungere il valore aggiunto del ‘mélange’ culturale. Intendo dire che gli svizzeri di origine straniera di seconda o anche terza generazione hanno portato ad un’evoluzione della mentalità. Con più forza di volontà, maggiore aggressività e convinzione nei propri mezzi. Oggi i giocatori svizzeri non hanno più paura di niente. Ed è dai ‘secondos’ che è arrivata questa spinta avanti”. 

A sostegno delle sue tesi, Challandes ha numerosi esempi da portare, frutto delle sue molte esperienze in panchina e del continuo monitorare l’evoluzione del mondo del calcio. Il suo mondo. “Ci sono numeri assolutamente straordinari che riguardano la Svizzera – dice -. Per rapporto alla popolazione, siamo secondi al mondo dopo l’Uruguay per numero di giocatori esportati. E davanti ai brasiliani per il tempo passato in campo nei 5 grandi campionati europei”. LEGGI IL RESTO

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