FC Mendrisio, mister Tami: «Non possiamo giocare a corrente alternata. Uno stop amatoriale? Credo si arriverà a questo»

scritto da Claudio Paronitti

La striscia di quattro successi consecutivi del Mendrisio ha visto la sua fine con il pareggio interno nel derby con il Gambarogno-Contone

La sfida cantonale, terminata con il punteggio di 2-2, potrebbe essere stata l’ultima dell’anno solare 2020. Questo perché, se nella sua seduta di mercoledì il Consiglio Federale decreterà il blocco dello sport amatoriale, il campionato di Seconda Lega Interregionale dovrà abbassare la serranda e dare appuntamento a un 2021 che si spera più prospero e, soprattutto, sereno.

Tornando a ciò che ci piace di più, e cioè il mondo del calcio e il racconto di ciò che accade su un prato verde, abbiamo come di consueto affidato alle parole di mister Mattia Tami l’analisi dell’ultima partita disputata dai suoi protetti. Ecco le dichiarazioni del condottiero del club sottocenerino:

«Malgrado la grande voglia di vincere per avvicinarci sempre di più alla vetta o addirittura raggiungerla, non siamo purtroppo riusciti a continuare il trend di vittorie. Al di là dei meriti del Gambarogno, direi che non ce l’abbiamo fatta quasi esclusivamente per colpa nostra. Abbiamo giocato un primo tempo sottotono. Sapevamo di affrontare una squadra che si sarebbe difesa molto bassa, cercando di occupare tutti gli spazi. Avevamo preparato una partita dove il recupero palla nella loro zona difensiva era e doveva essere una delle nostre armi per trovarli disorganizzati. Lì, ci è mancata la ferocia, abbiamo sottovalutato il fatto che il tempo sarebbe passato. Invece, da subito dovevamo imporre un ritmo nettamente più alto alla partita. Siamo arrivati al seconda tempo con uno zero a zero, siamo stati bravi a portarci in vantaggio e, in quel momento, è uscita una certa sufficienza, che di solito non abbiamo e che ci ha portato a essere leziosi. Ci siamo persi in giocate che non avevano alcuno scopo concreto. E lo abbiamo pagato con due reti, disunendoci ed essendo troppo individualisti. C’è poi stata una grande reazione finale, che avrebbe anche potuto portarci tre punti e che alla fine non sarebbe stata del tutto immeritata. Però, non è possibile giocare così, a corrente alternata. Potevamo e dovevamo fare molto di più. Siamo delusi di questo match e cercheremo di riprenderci non appena potremo tornare in campo.

Riguardo lo stop, ci sono le autorità che prenderanno le decisioni che ritengono essere le più corrette possibili. Noi abbiamo fatto tutto ciò che era in nostro possesso per limitare le possibilità di contagio. Quando c’era anche solo un ragionevole dubbio, abbiamo fermato i giocatori, che non si allenavano e rimanevano a casa. Il tutto onde scongiurare eventuali ulteriori infezioni. Fino ad adesso ci siamo riusciti, ma è chiaro che la situazione sanitaria ha la precedenza su tutto. Non siamo cechi neanche noi, vediamo che la situazione sta evolvendo rapidamente e penso che si arriverà a un logico stop generalizzato. Quello che tengo a dire è che non mi è piaciuta molto la “fuga in avanti” dove si è dovuto fermare il calcio. Per me, non è il calcio che si deve fermare, ma eventualmente tutti gli sport amatoriali, come probabilmente succederà. Ho avuto un po’ la sensazione che si additasse il calcio come sport a maggiore rischio. Non so dall’alto di cosa, perché noi abbiamo sempre fatto molta attenzione, c’è sempre stato un grande senso di responsabilità e finora ne ho sempre visto uno all’interno di un campo di calcio che non in giro per supermercati o negozi. Non dev’essere una misura legata al calcio, ma in generale a tutte quelle attività che possono portare a un rischio di contagio».

Leggi anche questi...