FC Lugano, l’analisi post-Losanna: un singolo che ragiona come un gruppo e un’unica unità, gli atout bianconeri invidiati da tutti

scritto da Claudio Paronitti

1954-2020, vale a dire 66 anni trascorsi dal Losanna all’interno dello Stade Olympique de la Pontaise. Ora, dopo due terzi di secolo, i vodesi si trasferiranno nel più moderno Stade de la Tulière. E lo fanno, salutando lo storico impianto con una sconfitta contro un Lugano che si è goduto per una notte la vetta solitaria della graduatoria

Contro una formazione ferma da ben tre settimane a causa di quelli che sono diventati i consueti rinvii in Raiffeisen Super League, i bianconeri hanno iniziato la gara pigiando immediatamente sull’acceleratore, trovando come logica conseguenza il punto del vantaggio. Il penalty trasformato con estrema freddezza dallo specialista Mijat Marić dopo soli undici giri d’orologio ha dato il via al quattordicesimo risultato utile in campionato (il quindicesimo complessivo, calcolando anche il successo in Helvetia Coppa Svizzera). La striscia positiva dei ticinesi non è per niente casuale. Scendendo sui vari terreni elvetici pensando come un’unica unità si possono conseguire numerosi successi. Dallo scorso 5 luglio (giorno dell’ultimo kappaò, 3-0 a Berna con lo Young Boys), i bianconeri non sono incappati in altre battute d’arresto. Ciò dimostra e conferma la solidità di un gruppo plasmato dalla determinazione e dal carisma di mister Maurizio Jacobacci, il quale ha dato, e sta dando, a tutti i suoi protetti un ruolo ben preciso. I frutti di tale lavoro stanno arrivando e la testa della classifica ne è la chiara conferma.

L’essere rimasti a guardare gli altri per un paio di settimane non è stato l’ideale, ma il gruppo ticinese ha dimostrato, una volta di più, di possedere una serie di valori incredibili. Certo, i risultati utili che si susseguono aiutano tremendamente alla serenità che si nota tra gli sguardi dei ragazzi. La volontà comune di raggiungere un determinato obiettivo è assoluta. Tutti remano dalla stessa parte, sapendo che si può ottenere qualcosa di importante tutti assieme. Poi, che sia il singolo a fare la differenza in alcune circostanze è appurato e nessuno ha da ridire a riguardo. L’esempio più lampante di quest’ultima affermazione è il riflesso felino con cui Noam Baumann ha letteralmente negato il pareggio a Rafik Zekhnini al minuto 52 della sfida di ieri sera. La prestazione di ogni singolo elemento permette a tutto il gruppo di esprimersi in maniera ottimale e di tirare fuori dal cilindro qualche coniglio che non si pensava di avere. Ora, l’ultima sosta dedicata alle selezioni nazionali verrà utilizzata per ricaricare nuovamente le batterie per lo stint conclusivo di questo particolare anno solare 2020. Intanto, ci si gode il momento. E il primo posto nell’élite del pallone rossocrociato.

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