FC Lugano, l’analisi post-Basilea: malgrado la mancanza d’efficacia, è stata una partita da cui trarre indicazioni per il futuro

scritto da Claudio Paronitti

Il Lugano ha portato a termine la seconda sfida dell’«infernale trittico» – che lo ha già visto affrontare lo Zurigo e con all’orizzonte il duello di Helvetia Coppa Svizzera con lo Young Boys -, senza alcun punto da aggiungere al proprio carniere

Eppure, nonostante la sconfitta incassata sotto le volte del St. Jakob-Park, sono diverse le indicazioni positive che lo staff tecnico bianconero può trarre per il proseguimento della stagione. Tolta l’esitazione iniziale di Amir Saipi, gettato nella mischia all’ultimo per via dell’infortunio patìto da Sebastian Osigwe nel riscaldamento pre-partita, la squadra se l’è giocata fino alla fine, esattamente come aveva richiesto mister Mattia Croci-Torti. Purtroppo, quando scendi su un terreno complicato come quello renano, devi approfittare delle opportunità che riesci a crearti, che nel pomeriggio di ieri sono state numerose. Se le statistiche recitano 23 conclusioni complessive ticinesi contro le 15 dei padroni di casa, significa che Reto Ziegler e compagni non hanno affrontato una gara sulla difensiva. Anzi.

Di fronte, però, c’era una formazione che alla prima opportunità ti punisce senza pietà. È capitato con il tap-in di Fabian Frei al decimo e con il piattone di Arthur Cabral al trentaduesimo. Un vero peccato uscire con le pive nel sacco da una sfida da cui si possono e si devono trarre parecchie indicazioni positive. All’orizzonte c’è l’ottavo di finale del torneo a eliminazione diretta con un’altra superpotenza del pallone rossocrociato. Mercoledì sera ci si confronterà con i gialloneri con l’obiettivo di superare il turno. Se riusciranno a ripetere la prestazione fornita con i dirimpettai di Patrick Rahmen, i bianconeri potranno dire la loro anche contro una formazione che partirà sicuramente favorita, anche se in un match senza appelli qualche dinamica potrebbe cambiare rapidamente.

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