Super League, dopo Jean-Pierre Nsame è Aurèle Amenda ad aprire il «vaso di pandora» ed esprimere il proprio attuale malcontento

scritto da Claudio Paronitti
Jean-Pierre Nsame e Aurèle Amenda - © Keystone-SDA/blick.ch

Jean-Pierre Nsame e Aurèle Amenda – © Keystone-SDA/blick.ch

L’ultimo agevole successo dell’anno solare (3:1 esterno contro lo Stade Lausanne Ouchy) ha aperto un «vaso di pandora» allo Young Boys, dove due elementi si sono letteralmente sfogati, lasciando spazio alla loro frustrazione

Qualche ora dopo i tre punti conquistati allo Stade Olympique de la Pontaise, il 30enne attaccante franco-camerunense Jean-Pierre Nsame ha espresso il suo disappunto per il ruolo da comprimario che sta giocando questa stagione attraverso le colonne del Blick: «Sono arrabbiato, molto arrabbiato! Quale giocatore in Europa che ha fatto così tanto per un club ed è così in forma, accetterebbe di giocare così poco se fosse in me? I numeri dicono anche che sono in forma, anche se spesso mi siedo in panchina. Ho giocato bene contro il San Gallo e anche contro il Lipsia. Speravo che le cose continuassero così. Per me non ha senso che non sia stato così. In media, segno un gol ogni 100 minuti».

Tali affermazioni non sono ovviamente state gradite dal direttore sportivo giallonero Steve von Bergen, che ha replicato al medesimo quotidiano, dichiarando: «Jean-Pierre ha parlato sulla scie delle emozioni vissute dopo la partita. Ne discuteremo con lui. È normale che i giocatori che vogliono più tempo per scendere in campo siano insoddisfatti. Ma tutti devono accettare che la società è al di sopra di tutto e che la decisione sulla formazione spetta all’allenatore».

DOPO JEAN-PIERRE NSAME, ECCO IL TURNO DI AURÈLE AMENDA

La delusione per i pochi minuti concessi dal tecnico Raphael Wicky non riguarda esclusivamente Jean-Pierre Nsame, vice-capocanniere attuale in Credit Suisse Super League con 9 centri (gli stessi dello zurighese Jonathan Okita e uno in meno del ginevrino Chris Bedia). Anche il 20enne difensore centrale Aurèle Amenda, membro della selezione nazionale rossocrociata U21, mostra la sua scontentezza circa il minutaggio «offertogli» nell’ultimo periodo.

Nonostante la giovane età e il fatto che sia stato utilizzato come titolare in dieci occasioni su venti, il nativo di Bienne, in possesso pure del passaporto camerunense, non si nasconde, affermando nuovamente al Blick: «Voglio più tempo in campo. Soprattutto dopo i sei mesi buoni vissuti nella seconda parte dell’ultima stagione. Inoltre, ci sono anche le partite di qualificazione agli Europei U21. Tutto ciò ha portato a offerte dall’estero. Ma ho deciso di restare e ora le cose non sono andate come speravo. Ecco perché sono un po’ deluso. Vediamo come andrà il resto della stagione. Il mio valore di mercato non scenderà sicuramente in modo così rapido. Ho dimostrato il mio potenziale, anche in UEFA Champions League. So comunque restare con i piedi per terra. Significa che devo continuare a lavorare per poter dimostrare che valgo questi soldi (la cifra di cui si vocifera è di circa 12 milioni di €…, ndr)».

Anche in questo caso è intervenuto Steve von Bergen, il quale conferma che ci sono state diverse offerte, ma non intende commentare l’importo delle offerte: «Aurèle ha avuto l’opportunità di accettare di trasferirsi altrove, ma insieme abbiamo deciso che sarebbe stato meglio per la sua carriera se fosse rimasto con noi. Questo è un ottimo processo di apprendimento per lui. Non bisogna dimenticare che è professionista solo da quasi due anni. Abbiamo un piano molto chiaro con il giocatore e il suo agente. Spesso che possiamo completare questo processo. A volte non ci riusciamo perché le opinioni divergono. Ma non voglio dire altro a riguardo».

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