RSL: Lugano, c’è da sfatare il tabù Vaduz

scritto da Simone Morandi

I bianconeri nel Principato per invertire la tendenza negativa con i biancorossi.

Capita sovente, nel calcio e nello sport in generale, di avere una bestia nera: una squadra contro cui – pur cambiando allenatori, dirigenti, interpreti in campo, e chi più ne ha più ne metta – i risultati stentano ad arrivare.

Il 15 maggo 2010 resterà purtroppo a lungo nella memoria dei tifosi bianconeri: nel testa a testa con il Thun per la promozione diretta in Super League, il Lugano arrivò all’ultima giornata con 1 punto di vantaggio sui bernesi. Sarebbe bastato vincere l’ultima, in casa, contro il Vaduz appunto, che nulla aveva da chiedere al campionato: finì invece come sappiamo, con un pari che condannò i bianconeri allo spareggio/promozione, poi perso, con il Bellinzona.

Da allora, i destini delle due squadre si sono spesso incrociati, sia in Challenge che in Super League, e, in alcune occasioni, non in maniera banale, sopratutto negli ultimi 12 mesi. Il Lugano 2015/16 – targato Zeman – dopo una prima metà di campionato tutto sommato buona, veniva “battezzato” a dovere (2-5) proprio dal Vaduz, al termine di una preparazione invernale “particolare” e su cui si è discusso e scritto di tutto: rimane il fatto che quella sconfitta aprì una prima crepa nell’intelaiatura della squadra del tecnico boemo, rendendo il prosieguo del campionato molto più complicato rispetto alle attese. Vaduz toglie, ma Vaduz dà: la salvezza dei bianconeri passò infatti, in buona parte, dallo 0-0 ottenuto al “Rheinpark” qualche mese dopo, complice il rigore poco convinto dell’allora ex Armando Sadiku.

Nuova stagione, nuovo allenatore (Manzo), ma la musica non cambia. I principini rimangono clienti ostici: forse più del dovuto. Lo 0-2 con cui il Vaduz espugna Cornaredo è un misto di sagacia tattica e cinismo: in una partita dai poveri contenuti tecnici, hanno la meglio la “scaltrezza” e la freddezza sottoporta degli ospiti. L’occasione del riscatto, a fine novembre, si trasforma invece in un vero e proprio tracollo: il Lugano cade sotto i colpi di uno scatenato Mathys (tripletta per lui), e il 5-1 finale suona il “de profundis” per la panchina di Andrea Manzo, con l’esonero che arriverà dopo i due pareggi con Thun e Grasshopper.

Domenica (fischio d’inizio alle 13.45) sarà, si spera, una storia diversa: il timone dei sottocenerini è affidato ora a Paolo Tramezzani che, dopo un inizio timido – seppur con tutte le attenuanti del caso – nella tana del Basilea, ha mostrato ben altro piglio nel 3-0 rifilato al Grasshopper, con la squadra che ha riportato alla mente le belle partite di inizio stagione.
La squadra di mister Contini ha invece ricominciato l’anno come lo aveva finito; senza entusiasmare sul piano del gioco, e col freno a mano tirato: pareggio interno (1-1) col San Gallo, e sconfitta (4-2) a Sion.

Tramezzani ritroverà anche Alioski dopo la squalifica, ma la missione è una sola: i 6 punti lasciati al Vaduz nella prima parte di stagione pesano su una classifica che avrebbe potuto essere anche migliore. E i bianconeri vogliono riprendersi quanto lasciato per strada. Con gli interessi.