Lugano, cosa va e cosa non va

scritto da Redazione

panchina luganoHa sbagliato poco o nulla il Lugano contro il Lucerna, ma abbastanza per fare in modo che gli uomini di Babbel tornassero da Cornaredo con i tre punti in tasca. Comunque buona, sotto il profilo del gioco, la prestazione dei ticinesi. Considerando i molti cambiamenti e il fatto che per diversi elementi la sfida rappresentava il primo approccio con la Super League, l’esordio può considerarsi comunque positivo. Analizziamo ora ciò che già funziona in casa bianconera e ciò che, invece, dovrebbe migliorare.

Cosa va:
La rapidità con cui i giocatori stanno assimilando le idee di Manzo fa ben sperare. Le idee dell’ex Zeman e del nuovo tecnico italiano sono radicalmente opposte, con il primo che punta ad un gioco verticale ed il secondo maggiormente orizzontale. Positivo, dunque, il fatto che il Lugano stia seguendo passo per passo le istruzioni del suo tecnico, ma, soprattutto, che il manuale manziano sia in gran parte già stato letto. Tanti, infatti, i concetti del mister già applicati in campo. Ora non si può solo che migliorare.

I nuovi hanno già dimostrato di valere la categoria. E questo è un aspetto di cui tenere conto. Tra i migliori, nonostante le attenuanti del caso, gli ultimi arrivati in casa bianconera. Da Mihajlovic (il migliore senza quell’errore…) a Mizrachi, passando per Sulmoni e Golemic. Tutti elementi sui quali poter fare (forte) affidamento.

Cosa non va:
“Poco importa il bel gioco, bisogna vincere” è parola di molti addetti ai lavori. Si può essere d’accordo o meno, ma ciò che conta maggiormente è il fatto di saper vincere, soprattutto in un campionato come la Super League. Si perché le squadre di media classifica, come per esempio il Lucerna, spesso non regalano bel calcio, ma risultati. Sanno colpire al momento giusto e non perdonano gli errori altrui. E qui il Lugano ha molto da imparare.

La freddezza sottoporta. Manca una punta, vero, vediamo come si comporterà Ponce, altresi vero; ma attaccanti di qualità a Cornaredo ci sono: Bottani, Mizrachi, Alioski su tutti. Sta a loro, intanto, recuperare quelle abilità necessarie per poter far male. Schneuwly e Juric, per dire, le occasioni scialacquate dal 10 e dal 8, non le avrebbero fallite.