FC Gambarogno, capitan Ruben Borga è tornato: «A Brunnen un match dai due volti. Personalmente, è stata una giornata intensa»

scritto da Claudio Paronitti
Ruben Borga - © FC Gambarogno-Contone

Ruben Borga – © FC Gambarogno-Contone

Sabato pomeriggio, sul terreno dello Schoeller-Meyer Fussballplatz di Brunnen, il Gambarogno-Contone ha vissuto un incontro dai due volti, negativo inizialmente e positivo dal rientro dagli spogliatoi

E al 57′ il gruppo ha gioito per aver potuto nuovamente contare, dopo lunga assenza causa serio infortunio, su capitan Ruben Borga, vera leggenda vivente del club sopracenerino, di cui è ininterrottamente membro dall’inverno del 2014. Per «festeggiare» il ritorno all’attività agonistica, l’esperto e solido centrocampista offensivo rossonero, subentrato a Yaris Sciarini, ci ha concesso le seguenti sensazioni concernenti i novanta minuti con gli svittesi e i primi minuti sul campo dopo tanto tempo:

«Per quanto riguarda la partita di Brunnen, a mio avviso va tracciata una linea netta tra prima e seconda frazione…

Nel primo tempo abbiamo fatto molta fatica. Abbiamo incontrato una squadra fisica e ben organizzata. E c’è da dire che da parte nostra non ci siamo fatti trovare pronti. Abbiamo subìto gli avversari sotto tutti i punti di vista, sia a livello fisico che tecnico e il risultato di 1:0 alla pausa, probabilmente, sta stretto a loro. Con un po’ di fortuna, siamo comunque riusciti a restare in partita.

Nel secondo tempo ci siamo scrollati di dosso tutta la tensione e abbiamo cambiato completamente atteggiamento. Abbiamo preso in mano la partita, giocando praticamente sempre nella loro metà campo e creando alcune situazioni interessanti, ma senza purtroppo riuscire a trovare il punto del pareggio. Non ci resta quindi che ripartire dal questa ripresa, fare quadrato, continuare a lavorare e dare tutti qualcosa in più per tornare a fare i risultati.

Personalmente, devo ammettere che è stata una giornata intensa. Ho provato a fare finta di niente, ma non è stato facile e tornare a giocare dopo tanto tempo è stata una vera liberazione… è impossibile spiegare a parole le sensazioni che ho provato e penso che solo chi ha vissuto questo tipo di infortunio possa capire quello che si prova.

È stato un anno molto complicato e non posso che ringraziare chi mi è stato vicino, in particolare il mio fisioterapista Sjoerd, con cui ho condiviso tutto questo il percorso, tra alti e bassi. Finalmente ora sono pronto a tornare a dare una mano ai miei compagni».

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