sostenuta dal suo Lugano con il Mendrisio, Zdenek Zeman avrà il suo bel pensare
per cercare di correre ai ripari valutando e stravolgendo il significato delle molte
indicazioni negative ricevute dal campo del Comunale. Troppi in effetti i
giocatori fermati dal semaforo rosso e davvero pochi quelli che hanno ottenuto
il via libera. Il boemo – preso di mira con eccessiva crudeltà dai numerosi
supporters della squadra locale – non ha fatto altro che ribadire con tono
moderato per tutto l’incontro che “ se non si muove palla non si creano
occasioni” e per sbloccare il risultato, dopo aver provocato soltanto un po’ di
solletico al sempre attento Cataldo, il Lugano ha dovuto approfittare di un
calcio di rigore: episodio che tra l’altro ha messo nuovamente all’ordine del
giorno la curiosità di capire quando e perché la decisione sia dell’arbitro e
quando e perché debba essere dell’assistente di linea, considerando che
sull’episodio (per quando entrambi ottimamente posizionati) non vi è stata
valutazione concorde, ma l’esatto contrario.
il Lugano ha approfittato dei numerosi cambi che Roberto Gatti ha dovuto
effettuare più per necessità che per convinzione, ma solo in quel frangente il
Lugano si è fatto timidamente apprezzare dai suoi preoccupati tifosi. Il dopo
partita – con un Renzetti molto meno sorridente rispetto al triangolare di
Taverne di un paio di settimane fa – è stato come sempre accade in queste
occasioni molto animato nelle discussioni tra coloro che hanno dato troppa
importanza al test e quelli che invece l’hanno presa sul ridere con la certezza
che a San Gallo vedremo una squadra completamente diversa. Intanto -a meno
sette dall’inizio del campionato di Super League – puntini di sospensione e
punti interrogativi sembrano essere superiori alle convinzioni. A mettere tutti d’accordo (forse) è sempre Zeman: ” Non sono preoccupato. Tuttavia se cogliamo continuare a giocare individualmente non saremo pronti nemmeno fra sette giorni”. Giusto. (dp)