L’attuale situazione epidemiologica ha indotto il Consiglio Federale ad adottare diverse drastiche misure per evitare un nuovo «lockdown» (o, per meglio dire, «confinamento»). Tuttavia, tali decisioni, se verranno mantenute nel tempo, mettono a rischio la sopravvivenza di molti sodalizi sportivi e non
Ciò che si temeva è diventato realtà quando nel Centro Media di Palazzo Federale a Berna si è dato avvio alla conferenza stampa del Consiglio Federale. Gli enormi sforzi fatti sinora, sia in termini economici che sull’aspetto riguardante la forza lavoro messa in campo, sono stati vanificati in un battibaleno. Senza reali aiuti finanziari provenienti dalla capitala federale, la sopravvivenza dei club è seriamente minacciata. Qualora queste decisioni venissero mantenute nel tempo, i fallimenti, come sottolineato nella nota stampa della Swiss Football League, diventerebbero l’ordine del giorno.
Il limite di 50 spettatori (come accade tuttora in Svezia) imposto per un periodo indeterminato significa, in pratica, tornare a disputare gli incontri a porte chiuse, con tutte le conseguenze del caso. I mancati introiti derivanti da biglietteria, buvette e merchandising influiranno notevolmente sulle casse di una società, grande o piccola. Negli ultimi mesi, con i numerosi e approvati concetti di protezione, si è dimostrato che, all’interno di una pista di ghiaccio e di uno stadio di calcio, non vi sono stati contagi tra gli avventori di tali eventi. La delusione è molta, il raziocinio con il quale sono state prese le decisioni meno. A soffrirne notevolmente l’interno movimento professionistico, ora seriamente messo a rischio nonostante tutte le precauzioni prese e approvate dalle autorità.
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